Vertenza ex Gkn, altra fumata nera. Critiche le Rsu. L'azienda: "Siamo nei tempi"

Lungo e teso incontro al Mise. La Fiom: "Il Piano industriale? Solo slide". Il Collettivo di Fabbrica: "Il futuro dello stabilimento è nella mani dei lavoratori"

Una manifestazione dei lavoratori della Gkn

Una manifestazione dei lavoratori della Gkn

Campi Bisenzio, 31 agosto 2022 - Altra fumata nera per la vertenza Qf, ex Gkn di Campi Bisenzio. La giornata odierna era ricca di aspettative per delineare il futuro della fabbrica di viale Fratelli Cervi, chiusa ormai da più di un anno. Per il 31 agosto, infatti, era in programma il closing dell’accordo con gli ulteriori investitori di Qf, coloro che avrebbero affiancato l’attuale proprietario Francesco Borgomeo nella reindustrializzazione del sito produttivo. E proprio in vista di questa scadenza, questa mattina al Ministero dello Sviluppo economico si è tenuto un tavolo istituzionale a cui hanno preso parte anche i rappresentanti del Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, i sindacati, le Rsu e l’azienda nella figura di Borgomeo.

Ma l’incontro, lungo e teso, si è concluso con un niente di fatto: tutto è stato rimandato a lunedì 5 settembre, sempre al Mise. In pratica Borgomeo ha ancora 96 ore per presentare il Piano industriale per il rilancio del sito produttivo. Ma la Rsu non concorda con tale rinvio. Con accuse pesanti, alle quali l'azienda ribatte. 

“Siamo stupiti e molto amareggiati - si legge in una nota di Qd - parlare di ritardo è paradossale. Siamo nei tempi previsti dall’accordo, nonostante tutte le enormi difficoltà incontrate, a partire dalla Cassa integrazione che da otto mesi non c’è e che stiamo anticipando al buio. Tra l’altro con uno scenario economico che è cambiato in maniera drammatica . Abbiamo un progetto di grande prospettiva come abbiamo già documentato presentando il piano. Torneremo a dare tutti i maggiori dettagli e tutti gli elementi di affidabilità, per presentare un accordo di Sviluppo, nonostante all’ultimo incontro il rappresentante del Mise si fosse detto non interessato alle nostre carte”. “L’unica cosa chiara al momento è che il progetto di reindustrializzazione del sito di Campi sarà totalmente a carico di Qf”, commenta Valerio Fabiani, Consigliere per il lavoro e le crisi aziendali del presidente Giani, assistito da Arti e l'Unità di crisi, che chiede elementi certi sul progetto di riconversione. “L'imprenditore non ha fornito elementi che rispondessero adeguatamente alle domande poste da istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori. Appare irrisolta anche la richiesta degli ammortizzatori sociali: come già era stato chiarito dal Ministero del Lavoro, per averli è necessario il piano industriale” sottolinea Fabiani.

Concetti ribaditi anche dai sindacati. “L’incontro è stato confuso e deludente, il progetto sembra ancora estremamente nebuloso” commentano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze, auspicando che lunedì prossimo arrivino quelle informazioni fondamentali per fugare i “nostri dubbi e i nostri timori, giacché la vertenza in una fase delicatissima”.

Più duro il commento della Fiom secondo cui “il tempo per le parole è finito, è necessario che l'azienda dia risposte o si prenda atto che non è in grado di portare avanti il percorso”. Per Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive Fiom-Cgil, Stefano Angelini della Fiom-Cgil di Firenze e Silvia Spera, dell’Area politiche industriali Cgil nazionale, all’incontro di ieri “l'azienda si è presentata ancora una volta senza il piano industriale sostenendo che lo stesso è stato presentato ma è da aggiornare. Slides, di questo si tratta, più volte contestate dalla Fiom e dalle Istituzioni e sulle quali in questi mesi sono stati chiesti chiarimenti sugli accordi commerciali, sui volumi produttivi, sulla finanziabilità e sostenibilità che non sono mai stati forniti. Anche oggi (ieri, ndr) c'è stato un tentativo di attribuire la responsabilità che non ci sono stati avanzamenti alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni per non aver concesso di svuotare lo stabilimento e di concedere ammortizzatori sociali”.

La situazione è grave e fortemente negativa, non è accettabile che a tutt'oggi dopo mesi di continui rinvii e promesse non ci sia nulla di concreto rispetto alla necessità di avere piano industriale a garanzia di oltre 300 dipendenti” rincarano il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e Francesco Diazzi della Fim-Cisl Toscana, ricordando che il 4 settembre scade l'ammortizzatore sociale in essere.

La Rsu ex Gkn, che non concorda sul rinvio del tavolo al 5 settembre, ha già indetto le assemblee con i lavoratori per decidere come muoversi. “Oggi, 31 agosto, Qf diventa il soggetto reindustrializzatore dell'ex Gkn ma lo fa senza fornire un piano industriale, finanziabilità del progetto e altre evidenze. Il gioco ci pare evidente ed è quello di portare la società di fatto sull'orlo del baratro e del fallimento per poi costringere Inps e Ministero a concedere fondi pubblici, che siano ammortizzatori o altri incentivi” fa sapere la Rsu in una nota. “Il futuro industriale dello stabilimento di Firenze è in mano ai lavoratori. Che le istituzioni smettano di farsi prendere per stanchezza e inizino ad avere un proprio piano. Come Collettivo di Fabbrica affermiamo che non viviamo sotto ricatto e mai ci vivremo. Sapremo prenderci le nostre responsabilità e salvaguardare il futuro industriale del nostro stabilimento” prosegue la nota Rsu che poi attacca la proprietà: "L'atteggiamento avuto al tavolo da parte dell'azienda non è solo deludente, è irresponsabile e ha fatto perdere tempo: ha fatto perdere otto mesi a famiglie che oggi vengono gettate in uno degli autunni peggiori degli ultimi trent'anni dal punto di vista del carovita".