MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Almanacco del giorno, 18 agosto 1958: esce 'Lolita', il romanzo dello scandalo

Per qualcuno la trama sarebbe stata ispirata a una storia triste e vera. L’autore l’ha sempre negato e alla fine si dedicherà a un ossessivo diario notturno, come se la vita e i sogni fossero pagine di uno stesso libro

Sue Lyon nei panni di 'Lolita' nel film di Stanley Kubrick (Ansa)

Firenze, 18 agosto 2021 – All’inizio, come spesso capita ai capolavori, molte grandi case editrici si erano rifiutate di pubblicarlo, perché ritenevano la trama troppo scabrosa. E così ‘Lolita’ fece la sua prima apparizione a Parigi nel 1955, quasi sotto silenzio: senza riscuotere successo e suscitare alcun clamore. Solo tre anni dopo dalla prima edizione, precisamente il 18 agosto 1958, venne pubblicato in America. E fu allora che il controverso romanzo dello scrittore russo Vladimir Nabokov fece gridare allo scandalo. Non solo fu sommerso dai fischi e dalle severe condanne dei benpensanti, ma anche la critica di alcuni prestigiosi giornali accusò Nabokov di pornografia. Le critiche però non solo non ostacolarono il successo di questo romanzo destinato ad entrare nella storia, ma anzi lo alimentarono. Al punto che in sole tre settimane furono vendute ben 100 mila copie: un primato raggiunto solo da ‘Via col vento’ di Margaret Mitchell.

Nabokov racconta il delirio passionale morboso e intenso di un uomo maturo nei confronti di una fanciulla che stava vivendo il passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza. Ma anche i sentimenti e i risvolti della psiche del professore di letteratura 37 enne, deciso a intrecciare una relazione con la dodicenne Dolores Haze, che in privato era solito chiamare col soprannome di Lolita. E soprattutto nell’aver saputo smorzare i passaggi più scabrosi con un uso sapiente dell’ironia. Tutto questo incendiò gli animi ma anche la curiosità dei lettori: e così il romanzo di Nabokov che - in Italia venne pubblicato per la prima volta nel 1959 da Mondadori - divenne ben presto un best-seller da oltre 50 milioni di copie vendute nel mondo. Tradotto in 30 lingue, incontrò ovunque un successo inarrestabile, al punto che Stanley Kubrick nel 1962 ne trasse l’omonimo film, su sceneggiatura dello stesso Nabokov. 

Ma come nasce l’idea di questa trama destinata a diventare un classico della letteratura americana? Secondo qualcuno, da una storia vera. Nonostante l’autore, in varie interviste, avesse sempre negato di aver attinto l’idea letteraria dalle cronache, nel 2018 Sarah Weinman diede alle stampe il libro ‘The Real Lolita’, in cui scrisse che Nabokov aveva preso spunto da un caso realmente accaduto. Precisamente nel giugno del 1948, ai danni di una ragazzina di 11 anni, che venne rapita all’uscita di scuola a Camden, nel New Jersey, dopo essere stata ingannata da Frank La Salle, un cinquantenne che si fece passare per agente dell’Fbi. Dopo essere stata abusata dall’uomo e tenuta prigioniera, e aver viaggiato per ben 21 mesi attraverso gli Usa, una volta tornata nella sua comunità, nessuno la comprese, anzi, ne uscì colpevolizzata. La triste vicenda si concluse amaramente, con la morte prematura della ragazza di nome Florence a causa di un incidente stradale: aveva soli 15 anni. È lo stesso Nabokov a fare un’esplicita menzione del caso Horner nel capitolo 33, nella seconda parte del libro. Per avvalorare la sua ipotesi, Sarah Weinman citò anche gli appunti sulla storia di Florence e la nota sulla morte dell’adolescente vergati sul manoscritto del romanzo. Come se non bastasse, nel 2005 anche il critico Alexander Dolinin ipotizzò che proprio il caso Horner avesse ispirato la trama di Lolita.

Ma è il libro ‘L’incantatore’ a dimostrare che l’idea del molestatore ossessionato da una giovane vittima fosse un pensiero presente nella mente di Nabokov molto prima del caso Horner. “Il primo vero palpito di Lolita mi attraversò verso la fine del 1939 o all’inizio del 1940 a Parigi, mentre ero immobilizzato da un forte attacco di nevralgia intercostale”, scrisse Nabokov nella prefazione alle edizioni francese del 1957, e italiana del 1966. Da quella forzata immobilità nacque questo racconto, che riteneva perduto durante il viaggio in America, ma che poi, una volta ritrovato, diede alle stampe proprio col titolo ‘L’incantatore’. L’idea del molestatore e della sua giovane vittima, che pur di avvicinarsi a lei ne sposa la madre malata, si agitavano dunque nella mente di Nabokov molto prima del caso Horner. Il tema dell’attrazione di un uomo maturo per una giovanissima fanciullina, non si esaurì li, continuando anche in seguito a stimolare la vena creativa dello scrittore russo. Al punto che ci ritornò su dandogli pieno sviluppo negli anni cinquanta con la storia dell’amore malato del patrigno di Lolita, il professor Humbert.

Ma chi era l’autore di Lolita? Grandissimo appassionato di farfalle, Nabokov amava trascorrere le sue giornate nell’escogitare problemi irrisolvibili per il gioco degli scacchi. Emigrato dalla Russia bolscevica con moglie e figlio, e arrivato negli Usa senza un soldo, come svegliatosi da un brutto sogno incredibilmente vivido, si ritrovò nel giro di pochissimo tempo ricco e famoso. Ma schiacciato dalla fama, nel 1959 si rifugiò in Svizzera, dove morì nel 1978. Convinto antifreudiano, dedicò molti anni della sua vita a un tenace esperimento romanzesco: il proprio, personalissimo, libro dei sogni. Una sorta di diario che era solito compilare ossessivamente, giorno dopo giorno, per lungo tempo. In pratica, ogni mattina lo scrittore russo annotava i propri sogni nel dettaglio, e poi, come se fossero il presagio esatto di eventi futuri, trascorreva i due giorni seguenti a ricercarne le tracce nella realtà. Convinto, fino all’ultimo, che la vita e il sogno fossero pagine di uno stesso, fantastico, libro.

 

Nasce oggi

Sergio Castellitto, nato il 18 agosto 1953 a Roma. Attore, regista, sceneggiatore. Icona del cinema italiano in patria e all’estero, ha detto: “A vent’anni affronti la vita a senso unico. Corri in salita o in discesa, ma verso un’unica direzione. Poi il tempo passa e capisci che la strada non è un senso unico, ma ha almeno due corsie. E che esiste quindi qualcuno che ti viene incontro, qualcuno che ti viene addosso e qualcuno che ti supera”.