Genova, i vigili del fuoco al lavoro. Le macerie sul Polcevera fanno paura

Un vigile del fuoco: "Ora non sembra nemmeno un torrente, ma io l'ho visto arrabbiato e fa davvero paura"

I vigili del fuoco al lavoro a Genova (foto Pasquali)

I vigili del fuoco al lavoro a Genova (foto Pasquali)

Genova, 15 agosto 2018 - "Fino a quando non avremo rivoltato anche l’ultimo pezzo di cemento non ci muoviamo di qua” spiega Michele, uno delle centinaia di vigili del fuoco che si danno il cambio fra i giganteschi pezzi del Ponte Morandi, incastrati fra il greto del torrente Polcevera, i capannoni dove sono morti i precari di Amiu e il dipendente di Aster, tra le carcasse delle auto e dei camion precipitati.

All’improvviso scatta l’allarme, a 24 ore dal crollo: via tutti. “E’ pericoloso. Potrebbe crollare tutto il resto”. E l’ordine passa ai volontari della protezione civile: si allarga il cerchio della zona rossa, ci sono altre famiglie da avvertire, che si preparino perché fra poco l’evacuazione potrebbe arrivare per altri palazzi. C’è un rumore di morte sul greto del torrente Polcevera, lo stesso rumore straziante del dopo-terremoto che ormai conosciamo bene. Sono le ruspe e i caterpillar in azione, sollevano il cemento, strappano via i ferri, spezzano i pezzi più grossi di quella che fino a ieri era un’autostrada, migliaia di mezzi in transito ogni giorno.

“Se davvero sono precipitati solo trenta veicoli è un miracolo. Le ho viste con i miei occhi infinite volte quelle quattro corsie con quattro file ininterrotte di auto, camion, tir, corriere piene di turisti. Tutti incolonnati, a passo d’uomo. Altro che apocalisse sarebbe stata”. Se. Perché non sanno se ci sono altri dispersi, se i morti sono davvero il numero ufficiale ancora provvisorio o qualche pezzo gigantesco di cemento piovuto sulla val Polcevera è ancora una tomba. E il tempo a disposizione, considerando il rischio di altre allerta (e sono state già due quelle arancioni in quest’estate torrida) oltre a quello di ulteriori crolli, potrebbe essere poco.

“Ora non sembra neppure un torrente il Polcevera - dice Giovanni, vigile del fuoco segnato da ore di angoscia, fatica, sudore e dolore perchè sa che d’ora in poi potrà raccogliere solo cadaveri - ma io l’ho visto arrabbiato: fa davvero paura”. E allora c’è da fare in fretta. Ora i giganteschi frammenti del ponte Morandi sono una diga che rischia di fermare una piena del Polcevera. Sulla valle continuano a volteggiare fantasmi di nuovi drammi. Da cacciare in fretta.