Coronavirus, la Misericordia pensa ad ambulanze dedicate ai casi sospetti

Volontari negli aeroporti dalle 8 della mattina alla mezzanotte: “Vanno trovate soluzioni diverse”

Gianluca Staderini

Gianluca Staderini

Firenze, 26 febbraio 2020 – Grande l’impegno dei volontari della Misericordia in queste ore per l’emergenza Coronavirus. Alle prese con una situazione che li vede impegnati su più fronti, dalle ambulanze agli ambulatori agli aeroporti. Tra impegno e criticità, questo il quadro della situazione, vista con gli occhi di chi sta vivendo l’emergenza sulla propria pelle. Ce la racconta Gianlcuca Staderini, direttore della Federazione regionale delle Misericordie Toscana.

Direttore Staderini, quali sono le procedure adottate dalla Misericordia per la gestione del Covid-19?

“Per quanto riguarda gli interventi coordinati dalle centrali operative, quelli da 118, il protocollo che viene utilizzato è quello che vede inviate, in tutti i casi sospetti, le ambulanze sanitarizzate, quindi con medico o infermiere a bordo, o le auto mediche. Indossano tute con cappuccio, maschera, guanti e occhiali solo il medico e l’infermiere. Si visita il paziente, e se viene valutato come caso sospetto, o comunque da approfondire, per il trasporto anche la squadra si veste con tute, occhiali e mascherine”.

 

L’ambulanza che trasporta il paziente sospetto viene poi sottoposta a disinfezione?

“Per tornare a svolgere il servizio l’ambulanza deve essere sanificata. In queste ore si stanno succedendo riunioni, valutando l’opzione di mettere della ambulanze per ogni territorio dedicate a questo tipo di trasporto. Lasciando così l’operatività ordinaria a quello che è il sistema ordinario in emergenza, e attivare delle ambulanze specifiche nei casi sospetti da Coronavirus”.

 

Come ci si difende dal virus negli ambulatori della Misericordia?

“Nelle nostre strutture ambulatoriali la prima indicazione era quella di cautela. Ma ieri e oggi siamo in riunione con la Regione Toscana, che ci sta dando delle indicazioni precise rispetto a dei protocolli da utilizzare anche nelle strutture ambulatoriali, che ovviamente hanno esigenze diverse rispetto al pronto soccorso”.

 

Qual è la maggiore difficoltà che state affrontando per l’emergenza Coronavirus?

“Siamo negli aeroporti dove l’impegno è molto, molto gravoso. Da oramai diverse settimane, con qualche decina di volontari, dalle 8 della mattina alle 24 siamo su Firenze e Pisa per la misurazione della febbre a chi entra e chi arriva. Ai volontari in questo momento è richiesto un grande sforzo sul territorio: ad esempio le tende davanti ai Pronto Soccorso allestite per alcuni grandi ospedali del territorio, saranno presidiate oltre che da personale delle aziende sanitarie, medici e infermieri, anche da nostro personale, che supporterà le attività di pretriage. I volontari sono cittadini che, come tutti, vivono un contesto di apprensione per quelle che sono le notizie che abbiamo in queste ore. Ma con grande senso di responsabilità continuano a svolgere il loro servizio anche negli aeroporti, servizio che continuiamo a mantenere anche se con un po’ di fatica. Certo, se si stratta di continuare ancora per dei mesi, andranno trovate soluzioni diverse”.

Maurizio Costanzo