Coronavirus, al convegno dei "negazionisti" c'è Bocelli. "Criticato dai figli"

Il tenore di Lajatico ha ammesso di aver violato il divieto di uscire di casa

Il maestro Andrea Bocelli

Il maestro Andrea Bocelli

Firenze, 27 luglio 2020 - «Ho accettato questo invito ma sono lontano dalla politica. Durante il lockdown ho anche cercato di immedesimarmi con chi doveva prendere decisioni difficili. Ma poi le cose non sono andate bene. Man mano che il tempo passava, non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità? Poi mi sono sentito umiliato e offeso per il divieto di uscire da casa. Ammetto che ho violato il divieto». Lo ha detto Andrea Bocelli al convegno sul Coronavirus organizzato da Armando Siri e Vittorio Sgarbi.

«Quindi rivolgo un appello per dire che bisogna riaprire le scuole e riprendere i libri. Io ho chiamato Renzi, Salvini, Berlusconi per fare un fronte trasversale di buon senso. Spero - conclude il celebre tenore - che tutti insieme usciremo da questa situazione terribile». 

Bocelli ha anche raccontato che i primi ad attaccarlo per queste sue posizioni sono stati i figli, che gli avrebbero suggerito di pensare ala lirica e di lasciar perdere il virus. Anche perché il tenore non avrà conosciuto nessuno finito in terapia intensiva, ma migliaia di persone hanno pianto dei morti per questa epidemia.