I segreti delle quattro città toscane candidate a capitale italiana della cultura

Arezzo, Livorno, Pisa e Volterra concorrono al titolo che due anni fa fu di Pistoia. Rivalità politiche e di campanile. Ecco i punti di forza di ognuna

Una turista a Pistoia, capitale italiana della cultura 2018

Una turista a Pistoia, capitale italiana della cultura 2018

Firenze 4 gennaio 2020 - Quattro candidature a capitale italiana della cultura 2021 sulle 44 complessivamente presentate a livello nazionale. La Toscana non si scoraggia di fronte alla recente elezione di Pistoia a simbolo della cultura dl Paese (lo è stata nel 2018) e avanza candidature di livello con Arezzo, Livorno, Pisa e Volterra, citate in rigoroso ordine alfabetico.

Secondo i bene informati sarebbe assai improbabile che il Ministero per i beni e le attività culturali elegga nuovamente una sede toscana, a ridosso della scelta di Pistoia. Però i quattro centri della regione non hanno fatto calcoli e deciso di concorrere.

La sorpresa è la candidatura della "piccola" Volterra, 10mila abitanti, uno scrigno di storia  dagli Etruschi ai giorni nostri con straordinarie testimonianze romane, medievali, rinascimentali, manieriste. Volterra sfida il suo capoluogo, la notissima Pisa impegnata in derby territoriali sia con la stessa Volterra  che con la sempiterna rivale Livorno, pure in corsa. La quarta candidatura toscana arriva da Arezzo. La città del Saracino è ricchissima di testimonianze e di personalità di straordinario livello: dal ciclo pittorico di Piero della Francesca ai natali dati a Petrarca e non molto distante dal centro a Michelangelo Buonarroti. A tanto passato Arezzo, aggiunge - nel contemporaneo - il successo turistico-commerciale dei mercatini in stile altoatesino che hanno portato quasi un milione di visitatori nel periodo prenatalizio. 

Quattro città in concorrenza non solo coi rispettivi campanili. Sullo sfondo delle candidature c'è anche una battaglia "politica". Come quella che a Livorno vede il centrosinistra eletto  a giugno 2019  raccogliere l'eredità dell'amministrazione grillina a guida Nogarin che aveva messo in cantiere la candidatura  a capitale italiana della cultura. Salvetti e l'assessore Lenzi non hanno rinunciato, anzi: hanno raccolto l'intenzione dei predecessori e  presentato una candidatura che farà leva sulla  caratteristica di città calata nel "contemporaneo" che assiste Livorno. Battaglia politica apertamente dichiarata fra Pisa e Volterra. Danti, assessore oggi a Volterra aveva preparato la candidatura di Pisa, quando ricopriva lo stesso ruolo nella città della Torre.  A Volterra ha provato a bruciare il capoluogo  che nonostante il cambio di guida politica (per la prima volta di centrodestra e leghista) ha accettato la sfida candidando la città di Galileo Galilei a capitale della cultura italiana. 

Che abbiano o meno possibilità di successo, merita seguire le quattro toscane impegnate nella corsa. Vediamo sede per sede su cosa si basano le chances di successo, che ognuna alimenterà in vista della  presentazione ufficiale del progetto  al Mibac.