Covid, la decisione dei vescovi toscani: niente benedizione pasquale

"Ogni diocesi darà indicazioni sui tempi in cui eventualmente rinviare il gesto ovvero modalità nuove che ne permettano l'attuazione che salvaguardi il distanziamento"

Giuseppe Betori

Giuseppe Betori

Firenze, 20 gennaio 2021 - Quest'anno non ci sarà la benedizione delle famiglie casa per casa in vista della Quaresima. Lo ha deciso la Conferenza Episcopale Toscana che si è riunita lunedì 18 gennaio in videoconferenza per la consueta riunione che precede i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, sotto la presidenza dell'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori.

I vescovi, si legge nel comunicato finale della Cet, "si sono anche confrontati sul gesto della benedizione delle famiglie che è solito caratterizzare la vita delle comunità parrocchiali in questa stagione dell'anno. È emerso con tutta evidenza che questo gesto pastorale, che pur ha un forte significato per il legame tra il pastore e la sua comunità, non potrà essere compiuto quest'anno, in questi mesi, nella consueta modalità di visita nelle case".

"Su questa linea di rigorosa adesione alle norme che chiedono di evitare contatti personali che creano prossimità - spiegano i vescovi - ogni diocesi darà proprie indicazioni circa i tempi in cui eventualmente rinviare il gesto ovvero circa modalità nuove che ne permettano l'attuazione in forma comunitaria che salvaguardi il distanziamento".

I membri della Cet hanno dedicato ampio spazio all'esame della situazione sociale e pastorale derivante dal perdurare della pandemia per Covid-19. "Rinnovando la loro vicinanza a quanti soffrono per il distacco dai loro cari e per la loro malattia", i vescovi toscani hanno ribadito "la loro preoccupazione per la tenuta sociale ed economica del territorio, con particolare attenzione ai giovani e alle loro esigenze formative, come pure al tessuto aziendale e alle prospettive di difesa del lavoro e dei lavoratori". Quanto alle comunità ecclesiali, i vescovi hanno espresso "gratitudine in particolare ai sacerdoti e ai loro collaboratori per la disponibilità con cui stanno affrontando forme pastorali nuove adeguate ai tempi che viviamo, rispettose delle disposizioni governative per il contrasto alla diffusione del contagio".