LUDOVICA CRISCITIELLO
Cronaca

Artisti di strada. La protesta contro l'approvazione del nuovo regolamento

«Non condividiamo assolutamente le proposte di modifica presentate da Open Art»

Un artista di strada durante la protesta (New Press Photo)

Un artista di strada durante la protesta (New Press Photo)

Firenze, 11 novembre 2020 - Fumata nera in consiglio comunale. Il nuovo regolamento sull’attività degli artisti di strada non è neanche arrivato ad essere discusso. Una vittoria, seppur parziale, per i madonnari, i pittori ambulanti, i clown, i musicisti, ii mosaicisti, i finger’s art, i burattinai e i mimi a piazza della Signoria, che erano a via Gondi, alle spalle del celebre “Biancone”.

Per protestare contro l’approvazione di questo nuovo regolamento «che non rispecchia assolutamente la volontà della maggioranza degli artisti della città» - come loro sostengono. C’è addirittura chi, come il mimo Stefano Stadi, fiorentino ma trapiantato a Barcellona da anni, è tornato apposta dalla Spagna solo per partecipare alla manifestazione.

«Sono anni che ci battiamo affinché l’amministrazione condivida queste decisioni con tutte le associazioni che tutelano i diritti degli artisti di strada e non con una sola. Invece l’assessore Giannassi che ci aveva promesso di tener conto del nostro pensiero ha fatto l’opposto». – Dice Mario Ramazzotti, pittore ambulante che da più 30 anni fa questo mestiere, quello appunto di artista di strada, e ha la sua postazione a Ponte Vecchio. In piazza erano presenti tre delle quattro Associazioni e Coordinamenti di Artisti di Strada e cioè l’Aias (Associazione italiana artisti di strada), i Madonnari e i Pittori ambulanti. Mancava Open art, sostenuta da Confesercenti, quella «colpevole di aver proposto di cambiare il regolamento ad personam con modifiche che non hanno nulla a che vedere con le richieste di una grandissima parte degli artisti di strada».

E che sono proprio quelle che ieri il consiglio avrebbe dovuto discutere. Una delle proposte di modifica più contestate al vecchio regolamento è quella di far sì che può partecipare al bando per il rilascio delle concessioni per le postazioni biennali come artista di strada “anche chi svolge un’altra attività autonoma o dipendente con orario full-time”.

Fino ad oggi, in pratica, solo chi fa l’artista di strada in maniera esclusiva può partecipare al bando. «Open Art chiede di dare accesso a tutti – dice Francesco Bassi dell’Aias – e l’assessore Giannassi è d’accordo perché in questo momento di forte crisi sarebbe giusto dare spazio anche a chi è in difficoltà. Questo significa che chiunque svolga un’altra libera professione e già guadagna grazie ad essa o abbia anche un contratto di lavoro con tutte le tutele come malattia, tfr, e altre cose toglie il posto a me o a quelli che sono qui che invece hanno solo questo mestiere».

Tra l’altro chi vuole fare l’artista di strada come seconda attività può già farlo. “Noi stessi – dice Ramazzotti - nel bando scorso abbiamo richiesto di concedere postazioni temporanee da utilizzare per una settimana al mese da chiunque avesse voglia di mostrare la sua arte alle persone, proprio perché non siamo corporativi, ma aperti».

Si legge infatti sul sito del Comune di Firenze che l’amministrazione mette a disposizione “degli artisti nuovi, giovani e/o di passaggio in città, una tra le 33 postazioni interne e le 35 esterne all'area Unesco, per attività a carattere temporaneo. Sono messe a disposizione anche le postazioni non attribuite dopo con i bandi per l’esercizio biennale dell’attività di nuovi artisti chiunque voglia accedere a una postazione temporanea può fare domanda tramite il sito e pagare”.

«Però aprendo la concessione delle postazioni biennali a tutti – continua - il Comune di Firenze dà una mazzata a tutti noi che già non lavoriamo da marzo». D’altronde la pandemia non ha di certo aiutato chi è fermo da da mesi e lavora soprattutto con i turisti.

«Siamo 150 pittori ambulanti a Firenze, dice Ramazzotti - abbiamo lavorato un po' a luglio e agosto, ma senza poter accumulare niente per l’inverno».

Una situazione che ha messo in ginocchio queste categorie che si sentono ferite anche nell’orgoglio. «Siamo stati abbandonati da un’amministrazione che non tutela i nostri diritti, eppure noi rappresentiamo la memoria storica di questa città» –. Quasi si commuove il pittore ambulante Gabriele Marchesi.

Tra le altre richieste fatte ci sono anche quelle di non far diventare i bandi quadriennali perché questo allungherebbe i tempi di ingresso di nuove leve e non garantirebbe un turn-over equo e di far tornare i criteri di assegnazione dei punteggi per le graduatorie a quelli più obiettivi del 2018. Altro punto contestato delle proposte di Open Art sono le sanzioni.

«Vogliono far decadere la licenza dopo tre infrazioni, che però non sono collegate all’abusivismo, bensì parliamo di infrazioni anche minime come ad esempio il fatto di essere arrivati in ritardo alla postazione – spiega Bassi -, dopo tre sanzioni c’è il ritiro della licenza per tutto il bando in corso e per quello successivo. Quindi significa che per otto anni, visto che vogliono che i bandi siano quadriennali, una persona resta fuori e quindi disoccupata».