"lncoraggiare la legalità per valorizzare il lavoro"

Marco Wong, presidente onorario di AssoCina, riflette sull'integrazione a Prato: sfide post Covid, riqualificazione di Chinatown e lotta allo sfruttamento. Focus su scuole e futuro multietnico.

Marco Wong, presidente onorario di AssoCina, si appresta a chiudere i suoi cinque anni come consigliere comunale del Pd in Comune. Ieri a Prato è stata una domenica vissuta nel segno dell’integrazione grazie alla sfilata per il capodanno cinese. I problemi però non mancano. A che punto siamo secondo lei?

"Il Covid ha condizionato questo processo ma siamo riusciti a fare da tramite con la comunità cinese, soprattutto con chi non aveva la tessera sanitaria. Poi c’è stata l’operosità di tutti con le donazioni di presidi socio-sanitari e allo stesso tempo è cambiata la geografia delle attività: negozi e aziende hanno chiuso e molte persone tornate in Cina poi non sono rientrate in Italia". Secondo lei cosa c’è da fare ancora per migliorare l’integrazione economica e sociale?

"C’è da completare la riqualificazione di via Pistoiese, la Chinatown e dare un nuovo slancio a progetti iniziati come il mercato coperto o Prisma Lab e combattere lo sfruttamento lavorativo. Quest’ultimo riguarda nuovi conflitti che si stanno instaurando, ad esempio con i lavoratori pakistani. Ci sono aziende cinesi, come le tintorie, che hanno dipendenti italiani qualificati e inquadrati correttamente, poi ci sono fasce deboli di operai, la cosiddetta bassa manovalanza. E’ necessario dar vita alla catena del ’valore dell’occupazione’, cioè le aziende devono valorizzare il lavoro e questo processo avrà dei costi da sostenere ma è necessario un salto di qualità incoraggiando la legalità. L’immigrazione dalla Cina si è fermata, ci sono sempre meno parenti e amici che vengono a lavorare, ma Prato è tenuta d’occhio da nuovi flussi migratori in arrivo dall’Europa".

Le scuole sono sempre state laboratorio di integrazione. Cosa serve in questo ambito?

"Tanti bambini e ragazzi tornano dalla Cina e hanno un impatto brusco con la scuola e per quello che è di competenza del Comune occorre potenziare la rete del sostegno anche con corsi di aggiornamento. In estate, ad esempio, insegno all’università di Siena ai futuri mediatori culturali, necessari a scuola come in ambito sanitario. Le coppie cinesi oggi fanno più figli, molti hanno aspirazione a guidare le aziende di famiglia e scelgono scuole professionalizzanti o nella moda. A Milano, invece, ci sono più studenti cinesi nelle università".

Come vorrebbe la Prato multietnica di domani?

"Vorrei non dovermi più preoccupare di gestire problemi di integrazione. La società ha davvero bisogno di figure interessate e motivate a lavorare sulle tematiche dell’integrazione".

M. Serena Quercioli