LUCA AMOROSI
Sport

Serie C introduce il salary cap per una maggiore sostenibilità dal 2026/27

La Lega Pro sperimenta il salary cap per garantire sostenibilità economica e promuovere i giovani talenti.

La serie C ha annunciato un’importante novità che nella stagione a venire sarà applicata solo in via sperimentale per poi diventare definitiva nella stagione 2026/27. È quella che riguarda il cosiddetto "salary cap", ovvero un tetto massimo al monte ingaggi di ciascuna società di terza serie. Concetto ampiamente diffuso negli sport americani, in Italia è invece sempre stato un tabù, ma la Lega Pro lo vuole adottare come strumento per garantire maggior sostenibilità a tutto il movimento, visti i tanti problemi societari che anche quest’anno si sono verificati, dall’esclusione di Taranto e Turris nel girone C alla situazione critica della Lucchese. Con il salary cap, in pratica, le società potranno spendere in monte ingaggi fino al 55% del valore della propria produzione. Si tratta, dunque, di un tetto salariale relativo, perché è proporzionato, appunto, alla forza economica di ciascuna società. Per calcolare il monte ingaggi, faranno fede solo i contratti stipulati dal 1° luglio 2025.

Per questa prima fase sperimentale non sono previste penalità in caso di mancato rispetto del salary cap, ma solo sanzioni pecuniarie che andranno a finanziare la cosiddetta riforma Zola, altro cavallo di battaglia della nuova gestione Marani: un incentivo alle società, con premi in denaro, per l’impiego dei giovani del proprio settore giovanile. Oltre al raddoppio della fideiussione per le società con indici di liquidità insufficienti, insomma, arriva anche il salary cap, seppur in via sperimentale.

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