L’Arezzo fa ancora troppa fatica a segnare

Nella partita di Coppa Italia ci sono molte attenuanti ma la squadra di Indiani domina la partita e poi si fa sorprendere con troppa facilità

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di Luca Amorosi

L’uscita dalla coppa di serie D non è certo un dramma. La competizione, infatti, conta poco o nulla dal punto di vista sportivo e offre solo un misero premio economico per chi arriva in fondo. Certo, il Cavallino avrebbe aggiunto volentieri un trofeo in bacheca nell’anno del centenario, ma non c’è da stracciarsi le vesti. L’obiettivo era e resta la vittoria del campionato, che significherebbe promozione; quella sì che onorerebbe a dovere cent’anni di storia.

Resta semmai un po’ di amaro in bocca per com’è giunta la sconfitta e per certi difetti a cui non pare esserci soluzione.

Le attenuanti sono tante: Indiani ha approfittato della coppa per far esordire Arduini e dare spazio dal primo minuto a Pretato. I due hanno mostrato tutta la ruggine dovuta allo scarso impiego nei mesi scorsi. Non solo: con loro è ripartito titolare Foglia, anche lui alla ricerca della condizione migliore, e il 2005 Zhupa, schierato prima esterno e poi al centro di un tridente atipico senza punta di ruolo. Per non parlare di Lazzarini, adattato per un’ora come terzino sinistro. Una formazione rimaneggiata, quindi, che difatti ha mostrato difficoltà maggiori del solito in impostazione, pur provando a fare la partita anche contro una compagine forte come quella abruzzese, primissima nel girone F.

Nulla di cui angosciarsi, insomma, se non fosse che ancora una volta a deludere sono gli esterni d’attacco, tutti potenziali titolari come Pattarello, Bramante e Convitto. Se il primo ha la scusante di aver giocato per un tempo al centro, a perplimere è l’involuzione di Bramante: sua la palla persa che ha originato il contropiede letale del vantaggio ospite. Più vivace l’ex Pianese, che però ha tirato una sola volta in porta. Il nodo è proprio qui: schierare gli esterni a piede invertito per sfruttarne la capacità di arrivare al tiro non sta pagando abbastanza in termini realizzativi.

Inoltre, il gioco così diventa prevedibile, vista la tendenza a intraprendere azioni individuali, e la punta finisce per essere poco servita. In un momento in cui Gucci è in fiducia (anche mercoledì aveva trovato il gol in extremis, annullato per un fuorigioco dubbio) sarebbe forse il caso di chiedere agli esterni di cercarlo con più insistenza, giocando piuttosto sul lato del proprio piede forte per crossare al centro. Pesa anche la lungodegenza di Gaddini, uno che aveva dimostrato propensione al gol (tre in soli 318 minuti tra campionato e coppa).

Gli innesti di Arduini e Persichini, infine, sembrano su misura per cambiare assetto, visto anche che di recente l’Arezzo pare salire di tono quando porta un elemento in più a ridosso della trequarti avversaria, disponendosi con una sorta di 4-2-3-1 o 4-2-4. Tutto materiale per Indiani, che però non ha tempo di sperimentare: domenica c’è un’altra sfida di cartello contro il Follonica Gavorrano fuori casa. Alla stessa ora anche Poggibonsi-Pianese: è una di quelle giornate in cui i punti possono davvero valere doppio.