
di Fausto Sarrini
Oggi cinquant’anni fa, 23 gennaio 1972, anche allora una domenica. Ciccio Graziani il più grande che abbia mai indossato la casacca amaranto, firmò la sua prima rete con l’Arezzo in serie B. Già protagonista nella Primavera, il tecnico Ballacci lo aveva fatto esordire a Cesena alla fine del campionato precedente, uno dei più belli della storia del calcio aretino. Nella stagione 1971-72, dopo aver giocato due gare, in quella soleggiata domenica d’inverno di 50 anni fa, nella penultima giornata del girone d’andata, Graziani scese in campo dall’inizio in Arezzo-Monza, scontro diretto in chiave salvezza, arbitro Lattanzi di Roma. Dopo il primo tempo finito 0-0, al 5’ della ripresa ecco il momento clou. Guizzo vincente di Graziani, poi Barlassina e Bianchini completeranno l’opera per il 3-0 finale.
"Segnai in diagonale dopo aver ricevuto un passaggio da destra e fu una grande gioia. I compagni vennero ad abbracciarmi e quanti applausi dai tifosi. È passata una vita ma quel giorno resterà sempre impresso nella mia mente".
Una carriera formidabile quella di Ciccio, che arrivò ad Arezzo nell’estate del 1970 proveniente dal Bettini Quadraro.
"Sono legatissimo a questa squadra e alla città. La mia fortuna è stata anche conoscere Susanna, diventata mia moglie".
Ad Arezzo dopo diversi è tornato in tutt’altra veste, quella di presidente...
"Nel 1993 purtroppo il club amaranto era fallito e io fui tra gli artefici della ripartenza. Fu tutto complicato all’inizio ma il finale di quella mia esperienza bellissimo perché riportammo l’Arezzo in C1 dopo due promozioni con Cosmi allenatore".
Graziani ha fatto di tutto e di più nel calcio, grande calciatore, allenatore, direttore sportivo, opinionista...
"Credo ce ne siano pochi che hanno avuto tutte le esperienze possibili in questo mondo".
Le gioie più grandi?
"Lo scudetto col Torino nel 1976, il titolo mondiale nel 1982 ma anche un titolo dei canninieri, il quarto posto ai mondiali ’78 e ho disputato anche l’Europeo dell’80. Da allenatore la promozione in B col Catania, da presidente le due promozioni con l’Arezzo".
Le delusioni?
"Ho perso tre scudetti per un niente, sempre dalla Juventus, uno quando giocavo nel Torino, uno con la maglia della Fiorentina e uno con quello della Roma e poi ovviamente la finale persa ai rigori in Roma-Liverpool".
Tra le varie esperienze allenatore a Montevarchi e quella col Cervia...
"Un reality indimenticabile, ma vincemmo anche sul campo e il successo fu enorme, con un pubblico degno di una squadra di serie A. Me lo disse anche Ancelotti".
Graziani poi racconta un anedotto particolare...
"Dopo un Torino-Juventus che vincemmo 2-1 e io segnai, l’avvocato Agnelli mi fece i complimenti e mi disse: Furino aveva segnalato a Boniperti che nell’Arezzo c’era un giovane di belle speranze, Graziani ma il nostro presidente che ne ha sempre sbagliate poche, in quell’occasione non fu impeccabile".
Il calcio ad Arezzo purtroppo vive un momento difficilissimo...
"Questo mi rattrista molto. Purtroppo prima c’è stata una retrocessione evitabilissima e ora in D la squadra è lontana dalla vetta. Evidetemente ci sono stati molti errori".
Graziani oggi?
"Ho una bella famiglia, mia moglie Susanna, due figli splendidi, Gabriele ex caliatore e ancora nel calcio e Valentina e i nipoti che ono la nostra gioia. A livello professionale ho una Academy e tra le società con cui collaboriamo c’è l’Olmoponte, eccellenza nel settore giovanile, e faccio l’opinionista in televisione, soprattutto a Mediaset. E da diversi anni con mia moglie abbiamo la struttura per i campi da calcetto di fronte allo stadio".
Graziani chiude così, ripensando a quel suo primo gol di 50 anni fa: "Mi piacerebbe rivederlo, ma qualcuno ha ancora quelle immagini?".