Caos Arezzo: se la Neos paga i 6 mila euro stop fallimento. Revisore: mala gestione

Gatto insiste: in corso le trattative per la cessione. Senza fallimento ovviamente salta ogni ipotesi di esercizio provvisorio

RABBIA NEOS_29098110_160332

RABBIA NEOS_29098110_160332

Arezzo, 28 febbraio 2018 - Peccato che Mao sia passato di moda da un pezzo. Perchè nell’Arezzo a un passo dal crac vale il più famoso degli slogan maoisti: grande è la confusione sotto il cielo. Magari, è un po’ meno vero il prosieguo: nessuno si azzarderebbe a dire che proprio per questo la situazione è eccellente. Fatto sta che a due settimane dall’udienza per il fallimento, fissata in tribunale per il 15 marzo, è ancora difficile prevedere cosa possa succedere, persino per i giudici cui toccherà il verdetto.

Di certo c’è solo che se Fabio Gatto, rappresentante della Neos, dovesse soddisfare il decreto ingiuntivo sulla base del quale il commercialista Gabriele Fratini ha chiesto l’insolvenza, potrebbe finire con un clamoroso nulla di fatto. Lo spiegano chiaro e tondo fonti di Palazzo di giustizia: se Gatto paga (ha promesso di farlo presto ma lo scetticismo è d’obbligo) e l’istanza di fallimento viene ritirata, al tribunale fallimentare non rimane che ordinare l’archiviazione. A meno che nel frattempo non spunti un’altra istanza.

Ambienti giudiziari un po’ ci ironizzano: nell’Arezzo l’unica cosa che non manca sono i debiti. Nel caso qualcun altro si facesse avanti per chiedere il fallimento, l’istanza verrebbe discussa nell’udienza già stabilita per il 15. Altrimenti, l’Arezzo proseguirà nella sua strada periclitante, in mano alla Neos e a Gatto, che nell’intervista di ieri a La Nazione ha annunciato la convocazione di un’assemblea dei soci per l’elezione di un nuovo presidente al posto di Marco Matteoni, dimissionario da venerdì con un telegramma inviato in sede.

Insieme all’udienza fallimentare (ma, spiegano fonti giudiziarie, i giudici non possono pronunciarsi in mancanza dell’istanza di un creditore o di una richiesta di auto-fallimento della società che Gatto esclude), l’altra insidia per la Neos e chi ha guidato l’Arezzo negli ultimi tempi è la relazione che il revisore dei conti, Rodolfo Patrignani, commercialista romano scelto da Ferretti) ha inviato al tribunale delle imprese di Firenze ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile, quello sulla mala gestio degli amministratori, che secondo giurisprudenza può essere segnalata anche dai sindaci della società. Potrebbe sfociare, nell’ipotesi più grave, nella nomina di un amministratore giudiziario che decida un’azione di responsabilità nei confronti dei dirigenti del passato, come per Banca Etruria.

Ma la procedura si annuncia lunga e complessa, difficile che possa influire sull’udienza del 15. Senza fallimento, ovviamente, non si può parlare neanche di esercizio provvisorio. Gatto continua a insistere su una fantomatica trattativa per la cessione dell’Arezzo a non si sa a quale acquirente, il sindaco lancia l’appello agli imprenditori qui a fianco. Ma di concreto, che possa sbloccare la situazione, non c’è niente. L’Arezzo è sempre un funambolo che cammina su una corda sospesa. Può precipitare in qualsiasi momento.