
di Luca Amorosi
Il giorno dopo l’annuncio della dedica della lancia d’oro della 144ª Giostra del Saracino del prossimo 3 settembre al centenario dell’Arezzo calcio, la squadra amaranto in campo si trova a un bivio. Si è parlato già di crocevia in più di un’occasione durante l’attuale campionato, ma mai come questa volta la sensazione è che dal risultato di Arezzo-Flaminia Civita Castellana dipenda buona parte del prossimo futuro.
Una vittoria, infatti, rilancerebbe l’inseguimento al primo posto occupato dalla Pianese e archivierebbe l’onta di Terranuova Bracciolini, mentre un risultato diverso metterebbe Indiani e compagnia spalle al muro, con il rischio concreto di una fuga dei bianconeri, impegnati in casa contro un’Orvietana in salute ma pur sempre quart’ultima in classifica, oltre che l’aggancio o il sorpasso del Poggibonsi, che ospita il Follonica Gavorrano.
La settimana è stata turbolenta, con la visita del presidente Guglielmo Manzo per un confronto schietto e possibilmente chiarificatore e con ben due allenamenti, quello di venerdì oltre alla rifinitura di ieri, a porte chiuse dentro il Comunale per nascondere le carte e provare, chissà, alternative tattiche e variazioni nell’undici titolare. È un Indiani in fibrillazione quello che si è presentato in sala stampa ieri per le consuete interviste prepartita.
Per la prima volta, infatti, sente forse che anche il suo operato è sotto osservazione, al pari di quello dei giocatori che scendono in campo. "Credo che il confronto avuto con il presidente in settimana sia andato bene – ha esordito il tecnico. – La proprietà giustamente dà le sue direttive, ne ha il diritto e anche il dovere". Indiani, poi, ha svelato un retroscena di quell’incontro, rivendicando quanto di buono fatto finora da squadra e staff: "Ho fatto notare al presidente che un anno fa di questi tempi l’Arezzo era già fuori dai giochi, mentre quest’anno, pur con tutti i nostri difetti, siamo ancora lì e con tredici giornate da giocare può accadere di tutto. Ancora non mi risulta che Pianese o Poggibonsi abbiano vinto il campionato".
Senza peli sulla lingua, l’allenatore amaranto ha provato anche a spiegare il perché di queste difficoltà nel trovare continuità di risultati: "Evidentemente non siamo così forti come si pensava e prevedeva. Lo dicevo anche quando le stavamo vincendo tutte che dovevamo ancora migliorare.
Purtroppo, quando la partita si mette sul piano della battaglia fisica e delle palle alte, andiamo in difficoltà contro chiunque. Questo però non deve più accadere: in settimana abbiamo lavorato sulla fase difensiva contro i lanci lunghi, ma è una questione anche di caratteristiche, per cui non è facile". E poi ci sono gli avversari: "Questo storicamente è un girone difficile, in cui spesso le favorite hanno steccato negli ultimi anni. Speriamo di essere noi a sfatare questo tabù". Tra gli avversari del girone, appunto, la Flaminia dell’ex Nofri è senz’altro uno dei più ostici, perché è compagine quadrata e dotata di tanti giocatori di esperienza, anche se ha vinto una sola volta nelle ultime cinque giornate e in trasferta ha ottenuto appena dieci dei suoi 33 punti.
Da tenere d’occhio i centrocampisti Garufi e Marchi (ex della sfida) e l’attaccante Sciamanna, un veterano in categoria. Nofri dovrebbe schierare i suoi con un trequartista alle spalle di due prime punte o, in alternativa, con il 4-3-3, sistema di gioco che potrebbe essere adottato anche da Indiani, che però mai come questa volta potrebbe sorprendere tutti, magari anche lo stesso Nofri.