"A Montevarchi sto bene ma c’è l’incognita lavoro"

Parla l’allenatore Malotti: "Se decido di partire dall’inizio della stagione resterò all’Aquila, però devo vedere se si concilia con l’attività di ristoratore"

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"Per l’esperienza professionale e umana meravigliosa che ho vissuto da settembre a marzo a Montevarchi, per il rapporto con il presidente, i dirigenti e gli sportivi, sarebbe davvero difficile per me abbandonare il progetto dell’Aquila. Un modo di intendere il calcio, basato sulla crescita dei giovani, che mi accomuna a un direttore tecnico come Giorgio Rosadini. In molti, però, sanno che il problema di Malotti è avviare una stagione sportiva dall’inizio, per la mia attività principale di ristoratore attorno alla quale ruota un centinaio di persone. Quindi, dovrò ponderare con calma le scelte future".

Dal suo "buen retiro" immerso nel verde delle colline di Impruneta, l’allenatore aquilotto Roberto Malotti risponde volentieri e con la solita franchezza alle domande sul suo futuro. A breve, conferma, si incontrerà con la società valdarnese che a dire il vero non ha mai perso occasione per attestargli la stima sincera per il lavoro compiuto nel torneo interrotto a causa della pandemia.

Il nocchiero fiorentino aggiunge sul filo dell’ironia:

"Può sembrare strano ma di questi tempi capita che il telefono squilli e che qualche squadra mi proponga qualcosa per il prossimo anno ma in tutta sincerità la risposta è sempre la stessa: se deciderò di affrontare di nuovo un’avventura a partire da luglio come potrei lasciare i colori rossoblù? Non credo di passare da sentimentale – continua il tecnico che dopo due giornate è subentrato a Nenciarini portando la squadra al quinto posto – se parlo di un feeling strettissimo instaurato con tutte le componenti dell’ambiente. Un legame che sarebbe splendido proseguire e che, ripeto, dipenderà dai tempi della ripartenza dal lato sportivo e, per me, dalla ripresa del settore della ristorazione. Personalmente ho fiducia nella ripartenza dell’economia. Dovrò valutare, casomai, se potrò dedicarmi a tempo pieno alla panchina, come ho fatto nei sei mesi in Valdarno, tralasciando i miei locali. Anche perché la passione calcistica alla fine prende il sopravvento". Guardando indietro, infine, e alla posizione di prestigio conquistata valorizzando tanti giovani, Malotti non nasconde la grande soddisfazione per i risultati ottenuti e un pizzico di rammarico: "Al momento dello stop – conclude Malotti – eravamo tonici, in condizione eccellente e avremmo potuto migliorare ancora la quinta piazza. Qualche volta, poi, penso a cosa sarebbe riuscita a fare la squadra se non avesse accusato la falsa partenza iniziale e quel mese di difficoltà nei risultati successivo al mio arrivo. Ripensando al campionato chiuso in anticipo, tuttavia, il Montevarchi ha saputo farsi onore contro avversari in teoria più accreditati, come Albalonga, Monterosi o Follonica Gavorrano e, soprattutto, è sempre uscito dal campo dopo aver dato l’anima. Come piace a me".

E adesso non resta che attendere se Malotti deciderà di restare, chiaramente come ha detto lui stesso è legato solo al discorso del suo lavoro.