Il Pd fa quadrato intorno a Ceccarelli: "Squadra regionale? E' in prima fila"

Lettera a Giani, Bonafè e vertici nazionali. Direzione provinciale divisa fra zingarettiani e renziani. «Eugenio guardi le preferenze». Mossa contro Lucia De Robertis

Giani a Saione con Ceccarelli e Ralli

Giani a Saione con Ceccarelli e Ralli

Arezzo, 15 ottobre 2020 - Il Pd aretino si schiera a maggioranza con Vincenzo Ceccarelli nella partita della Regione. Questo emerge dalla direzione provinciale che si è tenuta martedì sera in conference call: ad esssa hanno partecipato ottanta dirigenti con una quarantina di interventi; e in fondo la decisione di inviare una lettera al presidente Eugenio Giani, alla segretaria regionale Simona Bonafè e a Nicola Oddati, braccio destro di Zingaretti, l’uomo che tesse i rapporti fra il Pd nazionale e le strutture regionali.

Nella lettera il Pd di Arezzo chiede la conferma degli attuali equilibri di governo, ovvero un assessorato e la vicepresidenza del consiglio regionale. Lo fa, accredita una fonte interna al partito, dopo il risultato ottenuto in provincia, il terzo in Toscana in voti assoluti anche se non in percentuale; e il quarto nel sostegno al candidato Giani.

Ma esiste anche un piano B, esplicitato nella lettera stessa: se a cagione degli equilibri complessivi non fosse possibile la conferma dell’assessorato attualmente detenuto da Vincenzo Ceccarelli, allora nell’assegnazione degli incarichi - si sostiene nello scritto - occorrerà tenere in considerazione la volontà degli elettori sulla base delle preferenze ottenute dagli eletti.

La traduzione è la seguente: un’eventuale presidenza del consiglio regionale andrebbe assegnata non a Lucia De Robertis ma a Ceccarelli che ha ottenuto quasi 15 mila preferenze contro ottomila Queste stesse richieste verranno avanzate da Oddati nell’incontro che ci sarà oggi con Eugenio Giani, diventa insomma priorità della segreteria nazionale il fatto che ai quattro nominativi indicati nella rosa degli zingarettiani (oltre a Ceccarelli, il senese Simone Bezzini, la fiorentina Monia Monni, la pisana Alessandra Nardini) vengano assegnati incarichi di primo fascia. In filigrana si può leggere di uno scontro in atto fra segreteria nazionale e regionale.

E’ invece certo che a livello aretino la spaccatura ci sia già. Dei quaranta interventi, secondo le indiscrezioni che siamo riusciti a raccogliere, venticinque hanno condiviso l’impostazione che abbiamo appena tracciato; altri dirigenti hanno tenuto una posizione mediana; una decina si sono opposti alle indicazioni scaturite dalla direzione provinciale.

E’ la rappresentazione plastica degli attuali equilibri del partito la cui maggioranza fa parte della componente zingarettiana mentre l’area di minoranza è quella degli ex renziani. Intanto il nuovo governatore Eugenio Giani non ha ancora ufficializzato la giunta, lo farà un’ora prima della seduta inaugurale del consiglio regionale, fissata per lunedì prossimo 19 ottobre. L’intendimento è di utilizzare il tempo disponibile fino all’ultimo minuto per tenere insieme equilibri molto delicati, sia all’interno del Pd che con gli alleati a cominciare da Italia Viva.

E’ una quadra difficile da trovare, così come d’altra parte avviene a ogni formazione di una nuova giunta. Tornando al Pd aretino, la direzione aveva analizzato, prima della presa di posizione su Ceccarelli, i risultati elettorali ottenuti nella tornata del 20 e 21 settembre e del ballottaggio sucessivo nel capoluogo.

Sotto osservazione il risultato non omogeneo fra le diverse aree della provincia, con Valdichiana e Valtiberina totalmente conquistate dal centrodestra assieme ad Arezzo. Si andrà adesso a incontri più approfonditi anche in vista della tornata amministrativa del 2021 che mette in palio diverse importanti amministrazioni: Montevarchi, Sansepolcro e Anghiari perdute dai Dem; e Civitella invece da confermare. La corsa della politica dunque sta per ricominciare.