Valentino, nessun addio: l'avventura dopo il rogo continua in Valdarno

Da definire lo scenario della ripartenza nel polo produttivo levanese, ma c’è l’ipotesi di ristrutturare un immobile già presente in zona

Valentino

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Arezzo, 11 novembre 2021 - Il futuro della Valentino Shoes Lab, la fabbrica di via Valiani nel polo produttivo di Levane, sarà scritto ancora in Valdarno. La direzione aziendale dello stabilimento distrutto da un incendio nella notte tra il 1° e 2 aprile scorsi ha incontrato nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali. E se un mese fa i rappresentanti dei lavoratori si erano espressi positivamente sull’esito del vertice, definendo «confortante» la risposta alle loro preoccupazioni su un eventuale disimpegno del brand dal versante aretino della vallata, ora si registra un altro passo in avanti. Che fa ben sperare.

«Fin dal giorno successivo al rogo – spiega David Scherillo, segretario della Femca Cisl – come sindacati in maniera unitaria abbiamo affermato con chiarezza la necessità che l’azienda rimanesse nel nostro territorio. Ebbene adesso ci è stato assicurato che le nostre sollecitazioni sono state accolte».

Dalle promesse delle scorse settimane, dunque, ora saremmo di fronte a un evidente punto di svolta. Come si ricorderà il 18 di ottobre ai sindacalisti era stata assicurata la presentazione imminente al Consiglio di Amministrazione del fashion group che ha la casa madre a Valdagno nel vicentino di un progetto per la rinascita nell’area industriale della frazione divisa a metà tra i municipi di Montevarchi e Bucine.

Asso nella manica per risorgere nella valle un know how delle maestranze che altrove non è facile da reperire: «Da subito abbiamo assunto una posizione chiara – aggiunge il referente della Femca - per far comprendere la necessità irrinunciabile di puntare sulla professionalità dei lavoratori presenti nel comprensorio e in grado di produrre, grazie alla competenza di altissimo profilo, scarpe da donna di qualità assoluta».

Ancora da definire lo scenario concreto della ripartenza nel polo produttivo levanese che ricade nei confini di Bucine, ma si potrebbe configurare la ristrutturazione di un immobile già presente nella zona e al momento adibito a uffici. Il tutto in tempi relativamente brevi, sei mesi al massimo per riconvertire l’edificio e dotarlo degli impianti e dei macchinari indispensabili a far ripartire in loco la produzione di calzature della nota griffe della moda.

Diventerebbe così realtà il piano industriale di rilancio sostenuto da istituzioni, sindacati e Rsu fin dal summit estivo che si svolse in Prefettura ad Arezzo. In quella circostanza fu ribadita l’importanza decisiva a livello occupazionale di trattenere la Valentino Shoes Lab in terra valdarnese.

In attesa di sviluppi e di annunci ufficiali i 160 dipendenti continuano ad essere organizzati secondo la formula inaugurata all’indomani del periodo di cassa integrazione successiva al rogo di origine colposa e innescato, stando all’inchiesta, da un errore avvenuto nella fase di smaltimento delle polveri residue.

Attualmente 60 operai sono impiegati a Levane nello stabile preso in affitto dal gruppo Prada; altrettanti si recano ogni giorno a Capraia, nella piana fiorentina, trasportati da autobus messi a disposizione dalla proprietà per lavorare in un’altra delle sedi del marchio e si alternano con i loro colleghi del posto; gli altri sono ospitati in un magazzino poco distante dalla fabbrica ridotta in cenere.

«L’azienda – conclude Scherillo – ha avanzato alcune richieste anche sull’organizzazione del lavoro. Nei prossimi giorni ci confronteremo sulla questione e sono in programma assemblee con i dipendenti»