Orafi: scatta il tavolo della sicurezza dopo i danni alle aziende

Confindustria portavoce delle preoccupazioni: incotro col Prefetto

Giordana Giordini

Giordana Giordini

Arezzo, 29 luglio 2016 - A seguito dei gravi eventi criminosi accaduti recentemente ai danni di aziende orafe del territorio, Confindustria si è fatta portavoce delle preoccupazioni delle aziende ed ha richiesto un incontro con il Prefetto, tenutosi il 20 luglio u.s. Gli orafi di Confindustria si sono riuniti proprio ieri al fine di definire iniziative e interventi connessi alla security aziendale e le modalità efficaci di tutela del patrimonio dalle diverse forme di attacco.

Hanno partecipato in veste di esperti di security l’ex Questore Felice Addonizio e il Colonnello Carlo Corbinelli. “La nostra associazione è molto attiva in questo ambito perché la sicurezza è una problematica molto sentita e che desta molta preoccupazione tra gli imprenditori”- afferma Giordana Giordini, Presidente della Sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana Sud- I recenti avvenimenti ci fanno capire quanto siamo vulnerabili e che non è sufficiente affidarsi a soggetti esterni. E’ necessaria una strategia comune tra noi operatori unita ad una maggiore presenza delle forze dell’ordine nel territorio. Ad Arezzo ogni giorno circola una gran quantità di valore economico, pertanto non possiamo essere trattati come una qualunque altra città considerando la presenza delle Forze di polizia solo in relazione al numero di abitanti. Questo intendiamo far comprendere ai vertici nazionali delle Forze dell’ordine”

“Nonostante le preoccupazioni degli imprenditori- continua Ivana Ciabatti, Presidente nazionale di Federorafi - dovute alla serie di eventi criminosi che negli ultimi tempi hanno colpito le aziende orafe del territorio, le aziende vogliono dare una risposta chiara, univoca e forte per non subire, anzi, reagire al fine di combattere e sconfiggere questa escalation di furti e rapine puntando su un’azione di prevenzione, condivisione di tutte le informazioni e non abbassando mai la guardia. È necessario un “patto per la sicurezza” in modo da mettere a sistema i contributi di tutte le parti in causa, poiché siamo in una situazione di emergenza. Come le aziende hanno investito e investiranno per ammodernare i propri sistemi di sicurezza anche lo Stato e tutte le istituzioni pubbliche  coinvolte devono investire di più. C’è bisogno – e non solo per le aziende orafe, ma per tutti noi – di un maggior presidio del territorio da parte delle forze di polizia.  Per fare questo, ovviamente, le forze dell’ordine hanno bisogno di irrobustire gli organici con figure specializzate ed esperte in nuove tecnologie, di avere più mezzi a loro disposizione.  Fermo restando infatti che chi lavora attualmente nelle forze di polizia oggi fa del suo meglio, purtroppo è necessario rimarcare come ancora molto debba essere fatto in materia di tempestività dell’intervento, e alcune volte alche le leggi legano un po’ le mani agli operatori delle Forze dell’ordine. Chiaramente, per fare questo servono più fondi a disposizione delle forze dell’ordine.  Lo Stato e tutte le istituzioni devono investire di più in sicurezza. La tutela del territorio deve essere continua, e non sporadica, in modo da costituire essa stessa un deterrente per i malviventi.”

Nel corso dell’incontro è stata definito un primo piano di lavoro sul quale sarà aperto un confronto con le autorità competenti in termini di investimenti pubblici e privati, condivisione di informazioni e strumenti, dotazione di uomini e mezzi, alta formazione e nuove tecnologie legate alla sicurezza del distretto orafo aretino.