L'oro batte un colpo: alla Fiera crescono gli ordinativi, risultati a sorpresa

Gli indicatori raccontano di un ritrovato fermento negli affari. Intanto è stata superata la quota delle quindicimila presenze in tre anni

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Arezzo, 8 maggio 2018 - E’ uno sciame di persone che si concentra dalle parti di via Galileo Ferraris. Un flusso ininterrotto, migliaia di visitatori che anche ieri hanno affollato gli spazi del centro affari per la terza giornata della fiera dell’oro. A spanne, verrà eguagliato il record della manifestazione, raggiunto nel 2017, prima edizione dell’epoca Ieg. E secondo gli organizzatori ieri sera è stata superata la cifra delle quindicimila presenze in tre giorni nonostante la robusta scrematura al filtro d’ingresso, con controlli severissimi e ingressi ristretti solo a coloro che hanno a che fare con il comparto dell’oro.

Non è detto, è ovvio, che questi grandi numeri facciano il paio con gli affari, essendo presto per trarre giudizi definitivi su quello che è successo nei padiglioni della struttura. Non a caso predicano tutti prudenza anche se l’ottimismo cresce di ora in ora. Lo testimonia ad esempio Gabriele Veneri che guida la federazione provinciale orafa di Cna e che di solito è più realista del re e i piedi li tiene saldamente per terra.

«Sono contento - dice - la fiera sta andando bene, meglio della scorsa edizione. Tutti gli operatori con i quali ho parlato mi riferiscono di contatti numerosi e avviatissimi, di ordinativi che arrivano, di contratti che si stringono. Passeggiando nei corridoi del palaffari in questi tre giorni ho assistito a un grande movimento, adesso aspettiamo di capire se i contatti si trasformeranno in ordinativi, le cose vanno fatte sedimentare. E le conferme arriveranno tra i trenta e i sessanta giorni».

Contenti anche gli espositori. Ci sono stati ordini, campionature, abboccamenti in quella che è la classica fase preparatoria degli affari, peraltro decisiva perché consiste proprio in questo l’indispensabilità dello strumento fieristico. Stavolta dunque OroArezzo sembra davveo aver colpito nel segno.

Ancora Gabriele Veneri: «Ho avuto molti colloqui con i colleghi del settore, si aspettano buoni risultati, credo anche in grado di indirizzare l’andamento della stagione. Il mio pessimismo congenito? Lo definirei piuttosto realismo, il momento rimane delicato, complesso, dagli sviluppi non tutti decifrabili».

Tutti d’accordo sulla qualità della fiera. «Ciò che mi colpisce di più negli stand - spiega un buyer italiano - è la straordinaria innovazione del prodotto creato ad Arezzo. Di anno in anno cresce la mia sorpresa». Insomma, l’eccellenza della lavorazione aretina è un asset riconosciuto, in Italia e nel mondo. E oggi l’ultima giornata di fiera, il grosso è già andato e siamo ai dettagli. Ma anche i dettagli contano.