Arezzo Fiere, la Regione scarica Boldi: "Si dimetta, al nuovo Cda le trattative con Ieg"

L'assessore Ciuoffo non firma la lettera di revoca. "Ma nulla esclude di poterla votare in assemblea, sempre naturalmente si arrivi a questo voto".

Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Regione Toscana

Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Regione Toscana

Arezzo, 15 gennaio 2019 - E’ ormai un uomo solo Andrea Boldi, isolato sulla poltrona di comando al primo piano del centro affari e convegni. I soci pubblici di Arezzo Fiere gli hanno voltato le spalle, tutti, con toni diversi ma senza distinzione. Il Comune ben lo si sapeva: è da sempre in posizione critica nei confronti della gestione del polo fieristico, scettico pure sulle modalità con cui piotrebbe avvenire la cessione delle fiere orafe a Ieg. La Provincia, che ha recentemente cambiato colore, è sulla stessa lunghezza d’onda di Ghinelli.

Quanto alla Camera di Commercio, sia pure in posizione meno esposta, ha firmato senza remore la richiesta di inserire nell’ordine del giorno dell’assemblea del 30 gennaio il punto relativo alla revoca del presidente. Adesso anche la Regione molla gli ormeggi, si schiera con decisione per il passo indietro di Boldi e completa l’accerchiamenti. Lo fa con l’assessore Stefano Ciuoffo, da noi raggiunto per telefono. Non ha peli sulla lingua Ciuoffo e dice testualmente: «La Regione non ha firmato la richiesta di revoca del presidente Andrea Boldi, ma nulla esclude di poterla votare in assemblea, atto che dovrebbe essere ovviamente preceduto da una delibera di giunta. Se naturalmente si arriverà a questo voto».

E infatti Ciuoffo va oltre: «Mi auguro davvero che non si arrivi a soluzione così traumatica, la via maestra resta un’altra, ovvero l’annuncio di dimissioni da parte di Boldi che in questo modo uscirebbe con l’onore delle armi dal quinquennio di governo». Ancora: «Mi pare del tutto ovvio che a trattare con Ieg la cessione delle fiere orafe non potrà essere l’attuale presidente di Arezzo Fiere ma il nuovo consiglio di amministrazione che deve uscire dall’assemblea dei soci del 30 gennaio».

Mantiene, la Regione, tutte le perplessità circa l’azione di altri soci pubblici e segnatamente del Comune. Perplessità manifestate dallo stesso governatore Enrico Rossi nel corso della sua recente visita ad Arezzo e ad alcuni centri della provincia.

«La Regione - aveva detto in quell’occasione - ha investito su Arezzo e anche tanto, valutiamo la proposta di acquisto da parte di Ieg ma gli altri soci pubblici ci dicano cosa intendono fare e quali alternative vogliono proporre. Ma soprattutto, se pensano anche loro, come me, che il centro affari sia un patrimonio da tutelare e valorizzare, ricapitalizzino, mettano le mani al portafoglio. Qui c’è chi mette e c’è chi toglie.

Mi spiace essere brutale, ma qui servono soldi e una politica industriale; ad esempio la necessità assoluta di avere un direttore l’avevo rimarcata già tre anni fa. Quanto alla figura del presidente, è un falso problema, se non vogliono far gestire a lui, gli si tolgano le deleghe». Insomma, posizioni incrociate e polemiche a non finire anche se per quanto riguarda l’esito della battaglia attuale nessuno ha più dubbi: non può essere Boldi a chiudere la cessione delle fiere.