Angelo Mastrolia, 13 anni fa l'acquisizione dello stabilimento Buitoni di Sansepolcro

"La stabilità il miglior risultato raggiunto in una realtà nella quale innovazione e investimento sono le parole d'ordine", ha detto il numero uno di Newlat

Il dottor Angelo Mastrolia, numero uno di Newlat Food spa

Il dottor Angelo Mastrolia, numero uno di Newlat Food spa

Arezzo, 24 giugno 2021 - Da 13 anni esatti (la firma del passaggio da Nestlè è proprio del 24 giugno 2008), Angelo Mastrolia è il proprietario dello stabilimento di Sansepolcro che da Buitoni è diventato Newlat, anche se continua a produrre con marchio Buitoni. Alla precisa domanda su qual è stato il miglior risultato ottenuto dal 2008 a oggi, Mastrolia risponde senza esitazioni: “La stabilità. Siamo riusciti a stabilizzare l’attività in una fabbrica che mi aveva favorevolmente impressionato fin da subito per il grado di professionalità delle sue maestranze. Siamo reduci dal un 2020, l’anno della pandemia, che ci ha visto mantenere i livelli acquisiti sul versante della pasta secca e dei prodotti da forno, con il risvolto positivo dell’aumento di un buon 7-8% nelle vendite del crostino, uno fra i nostri cavalli di battaglia assieme a fette biscottate e melba toast”. Su quali strategie è stato impostato il 2021? “Su un’altra parola chiave: innovazione. Stiamo investendo molto sulla realtà di Sansepolcro e questo mi sembra il segnale più rassicurante; l’ingresso in Borsa ci ha portato risorse importanti da destinare agli investimenti, raccogliendo i frutti di un’ottima collocazione a livello di immagine e di credibilità”. C’è una preoccupazione già manifestata a suo tempo: l’alta probabilità che dopo il 31 dicembre 2021 la Nestlè non rinnovi la licenza di produrre con il marchio Buitoni. Lei disse che l’acquisizione del marchio sarebbe la soluzione alle preoccupazioni del territorio sul piano occupazionale. Questo rimane perciò il suo grande obiettivo? “Se da una parte posso comunque garantire opportunità di lavoro con il gruppo che presiedo, anche nel caso di un mancato rinnovo della licenza di produzione, dall’altra dico che mi sarei aspettato una maggiore considerazione da parte della politica nazionale per una realtà industriale di rilievo come quella di Sansepolcro. Ma la speranza non è ancora morta”.