Venerdì a San Giovanni sarà presentato l'ultimo libro di Filippo Boni

"L'ultimo sopravvissuto di Cefalonia" racconta la storia di Bruno Bertoldi, 101 anni, scampato miracolosamente agli orrori dei lager e dei gulag sovietici. L'iniziativa nell'ambito della rassegna "Le Piazze del Sapere".

Filippo Boni e Bruno Bertoldi

Filippo Boni e Bruno Bertoldi

Arezzo, 13 novembre 2019 - Prosegue a San Giovanni Valdarno la rassegna “Le Piazze del sapere”, promossa dal Comune e dalla Biblioteca Comunale, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con Unicoop Firenze – Bibliocoop di San Giovanni Valdarno, Associazione culturale Pandora, ValdarnoCinema Film Festival, Associazione Liberarte e Accademia Musicale Valdarnese. Venerdì 15 novembre, alle 17,30, in Palazzo d’Arnolfo, sarà presentato l’ultimo libro dello scrittore valdarnese Filippo Boni “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia”, che raccolta l’incredibile storia di Bruno Bertoldi, 101 anni, che ha vissuto i lager nazisti e i gulag sovietici. Un uomo che ha attraversato tutti gli orrori del Novecento. Il volume è edito da Longanesi. Filippo Boni, vice sindaco di Cavriglia, giornalista e storico, studiando i percorsi compiuti dall’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale, si è imbattuto nella straordinaria storia di Bruno Bertoldi, sergente della Divisione Acqui, che scampò miracolosamente alla strage di Cefalonia e che sopravvisse anche, da prigioniero, ai lager nazisti ed ai terribili gulag sovietici, tornando a casa solo nel Natale del 1945. Bertoldi ha 101 anni e ha raccontato a Boni, con una lucidità eccezionale, ma sua storia di vita.

L’eccidio di Cefalonia del settembre 1943 sembra oggi lontanissimo, ma è ancora prepotentemente vivo negli occhi di Bruno Bertoldi. E lui è rimasto l’ultimo a poterlo raccontare. In quei giorni, migliaia di soldati italiani della Divisione Acqui vennero trucidati dai nazisti. Bertoldi riuscì miracolosamente a fuggire, ma fu subito catturato dai tedeschi e portato ad Atene. Da qui venne caricato su un treno diretto allo stalag di Leopoli, in Ucraina. La Wehrmacht cercava meccanici e Bertoldi fu destinato a un deposito di panzer, auto e moto a Minsk, in Bielorussia. Dopo una fuga rocambolesca, lui e altri tre italiani furono presto catturati dai partigiani polacchi che dopo un periodo di lavori forzati li consegnarono ai russi. Ebbe così inizio una terribile marcia per centinaia di chilometri, anche a trenta gradi sotto zero, finché, una volta arrivati a Mosca, vennero trasferiti nell’infernale gulag di Tambov, dove in gelide caverne scavate sottoterra Bertoldi vide morire migliaia di soldati italiani.

Nella primavera del ’45, fu spedito a seminare e a raccogliere cotone, in condizioni estreme, nel gulag di Taškent, in Uzbekistan. Nell’ottobre 1945, venne caricato su un carro be-stia¬me e finalmente mandato a casa, a Castelnuovo Valsugana, dove arrivò, ormai ridotto al lumicino e con la malaria, soltanto la notte di Natale. In Palazzo d’Arnolfo, oltre all’autore, saranno presenti il sindaco Valentina Vadi e l’assessore alla cultura Fabio Franchi, Carla Bernacchioni, presidente della sezione Soci Coop di San Giovanni, Orlando Materassi, dell’Associazione Nazionale Ex Internati e Andrea Schincaglia, viaggiatore. Ci saranno letture a cura di Mimmo Calcara e Sara Simoni e interverrà in collegamento video Bruno Bertoldi, protagonista del libro.