Sede dei vigili, è ancora bufera: nuovo ricorso al Tar per la sospensiva

L'udienza nel merito fissata al 4 dicembre: i ricorrenti rilanciano per scongiurare l'eventuale via al progetto e ai lavori

Sbarramento dei vigili

Sbarramento dei vigili

Arezzo, 23 agosto 2019 - Via Filzi, chi era costei? Una stradina quasi impercettibile di Saione, un angolo di mondo sconosciuto ai più se non ai bambini che frequentavano e coloravano la vecchia scuolina francescana. Da qualche mese è diventata un ombelico della politica aretina. Lì dovrebbe sorgere, in base alla scelta fatta dalla giunta, la nuova caserma della polizia locale. Quando? Qui le cose si complicano, i tempi restano quanto mai incerti. Nei giorni scorsi è partito un nuovo «siluro» al Tar.

L’associazione temporanea di imprese che si era candidata alla costruzione e che almeno in questa prima fase non era stata quella prescelta, sollecita in sostanza la sospensiva. La Subissati srl già aveva deciso di ricorrere ai giudici amministrativi, optando per riunire la decisione nel merito e quella della sospensiva. Ma la data che poi è stata è quella del 4 dicembre.

Nel ponte dell’Immacolata e soprattutto un po’ lontanuccia per le esigenze di chi si batte per ricevere il timone del cantiere. Specie alla luce delle dichiarazioni del sindaco al nostro giornale, allegate nel ricorso presentato dall’avvocato Marco Bertinelli Terzi. Ricordate? A fronte della mancanza di uno stop da parte del Tar, Alessandro Ghinelli aveva rotto gli indugi: non esistono, diceva in sostanza, motivi per bloccare la progettazione e quindi il via al cantiere.

Parlava di una definizione delle carte entro agosto per poi poter passare già all’inizio dell’autunno ad una fase operativa. Un’accelerazione che preoccupa i ricorrenti. Che a questo punto vanno a dritto. «La riunione della sospensiva non comporta rinuncia alla relativa istanza e non si frappongono impedimenti per una congrua anticipazione dell’udienza in camera di consiglio della istanza cautelare». Quindi? Ecco la richiesta di «fissare una nuova udienza nei termini più brevi consentiti».

Le motivazioni sono semplici e si riferiscono proprio alla decisione dimostrata da Ghinelli. «E’ evidente che il danno grave e irreparabile, posto a fondamento dell’istanza cautelare, assume maggiore rivelanza e consistenza in quanto, anche in caso di accoglimento del ricorso, ci sarebbe la sostanziale impossibilità di ottenere l’aggiudicazione dell’appalto con stipula del relativo contratto».

Non vogliono trovarsi di fronte al fatto compiuto: e chiedono che nè contratti nè tanto meno lavori possano partire fino alla decisione dei giudici. In campo, come noto, ci sono due associazioni di imprese. La Subissati per l’appunto, affiancata da Ubi Banca e Cat, e la Seli, affiancata da Braccianti Edilizia Srl e dalla Iccrea Banca Impresa, la corporate del Credito Cooperativo.

Gli istituti bancari affiancano le imprese perché si tratta di una costruzione da realizzare con il leasing in costruendo, quindi un anticipo da recuperare poi nel corso degli anni. Per una spesa complessiva superiore ai 4 milioni di euro e la cui entità complessiva si attesterebbe intorno ai sei milioni: in ballo c’è anche un ricorso dell’opposizione alla Corte dei Conti. Una mobilitazione di giudici intorno a via Filzi, la stradina dove una vola correvano i bambini della scuola