FABRIZIO PALADINO
Cronaca

Al Passatore con la polio: "Al traguardo ho esultato come se avessi vinto"

Mauro Calderini: "E’ stata davvero dura ma ce l’ho fatta". Determinazione più forte della patologia che ha colpito la parte sinistra del corpo

Mauro Calderini con l’inseparabile amico Giuseppe Misuri

Mauro Calderini con l’inseparabile amico Giuseppe Misuri

Arezzo, 27 maggio 2024 – “Ho vinto la sfida con me stesso: è stata dura, ma ce l’ho fatta. E al traguardo ho esultato come se fossi arrivato primo". Mauro Calderini è un piccolo-grande uomo. Da ieri ancora di più. Ha corso, da poliomielitico, la corsa del Passatore per 17 ore, 14 minuti e 43 secondi: partenza dal centro di Firenze nel primo pomeriggio di sabato, arrivo a Faenza ieri mattina intorno alle 8 dopo ben 100 chilometri. Mauro, seguito come un’ombra dall’amico d’infanzia Giuseppe Misuri, editore di RadioFly – che nel periodo peggiore di questo sessantenne di origini aretine ma residente in Umbria, a Pistrino di Citerna, con moglie e figlio – lo ha convinto a intraprendere per la prima volta il cammino di Compostela.

"Era il 2017 – dice Mauro – da quel momento non mi sono più fermato: per sei anni ho affrontato i vari cammini, mi sono dedicato alle maratone da 10 fino a 50 chilometri. Poi, qualche settimana fa, ho realizzato che ero pronto per il Passatore".

Cento chilometri, quasi un giorno intero di corsa che Mauro ha affrontato con una forza fuori dal comune. "E’ stata un’impresa, io ho la parte sinistra del corpo paralizzata, quindi corro sempre utilizzando solo la gamba destra. Momenti difficili? No, neanche di notte. Ero determinato, mai ho pensato di fermarmi, volevo a tutti i costi raggiungere questo mio obiettivo. E poi, al mio fianco, avevo l’amico di sempre che, nel momento più difficile della mia vita, mi ha accompagnato e sollecitato a intraprendere questo straordinario sport".

Era giunto il momento, insomma, di affrontare il Passatore. "Me lo sentivo dentro; il 25 aprile scorso ho affrontato una maratona di 50 chilometri dalla quale ho avuto ulteriori convinzioni. Certo – ammette Mauro – è stata dura ma sul traguardo di Faenza ho dato sfogo alla mia gioia".

Era stato l’amico Mauro a raccontare la sua storia che ha avuto una svolta 7 anni fa. "Mauro aveva perso il lavoro, stava attraversando un periodo di depressione: aveva quasi mollato, passava le sue giornate al bar. Fino a quando l’ho invitato a venire con me ad affrontare il cammino di Compostela. Qui lui ha scoperto che riusciva a camminare a lungo. Un giorno, disse: ‘Voglio fare la tappa di 51 chilometri, nelle Mesetas’: ci riuscì e, in quell’occasione, riprese coraggio. Anche per me, che lo conosco dai tempi dell’infanzia, è stata una grande emozione attenderlo al traguardo".

"Il limite massimo per rientrare nella classifica finale era di 19 ore – tiene a precisare Mauro – Sono riuscito a farcela due ore prima e questo è un altro motivo di grande soddisfazione. Si è chiuso un cerchio? Assolutamente no, continuerò ogni settimana a partecipare alle corse insieme a tanti amici che mi sono vicini in questo nuovo percorso di vita".