"Lavoro, il primo maggio una festa di passione"

Il quadro del segretario Cgil: "Meno avviamenti al lavoro, più iscritti al collocamento e ora temo lo sblocco dei licenziamenti". Forme di caporalato

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di Dory d’Anzeo

Oggi è la festa del lavoro, ma realtà da festeggiare c’è poco. La pandemia ha inflitto un duro colpo all’economia mentre si profilano altre nuvole nere all’orizzonte. Attualmente, gli occupati in tutta la provincia sono circa 145 mila, crescono i disoccupati e diminuiscono gli avviamenti al lavoro. A parlare è Alessandro Mugnai, segretario provinciale Cgil: "Per inquadrare il periodo, contano i numeri: nel 2019 abbiamo avuto circa 58 mila avviamenti al lavoro, nel 2020 siamo sotto i cinquantamila. Due anni fa erano iscritti ai centri per l’impiego 50 mila persone, che sono diventate 51600 nel 2020 nonostante il blocco dei licenziamenti".

Il dato si può spiegare anche con il fatto che a perdere il lavoro sono stati molti liberi professionisti, andati a ingrossare le fila degli iscritti al collocamento. Tre tre i settori trainanti: manifatturiero, agricoltura e pubblico impiego: nei primi due la percentuale di avviamenti al femminile è bassa, più donne nel pubblico impiego: "Maestre, badanti, infermiere – continua Mugnai – investire sulla cura delle persone, vuol dire investire sul lavoro femminile".

In crisi il commercio: "Ristorazione e turismo sono praticamente fermi e prima della fine dell’emergenza sarà difficile fare piani".

Fosco, secondo Mugnai, lo scenario post sblocco dei licenziamenti: "Non abbiamo chiesto a caso a Draghi di prolungare lo stop, era essenziale tamponare la situazione". In questo quadro si insediano anche questioni di legalità, strettamente connesse alla pandemia: "I momenti di crisi aumentano i fenomeni di illegalità. È aumentato il lavoro nero e anche il caporalato. Quando si parla di caporalato si pensa alle campagne, ma la piaga esiste anche nel manifatturiero. Al momento, non è un fenomeno generalizzato, sono casi sporadici, ma non è così che si comincia? Un caso sporadico oggi, un caso sporadico domani e ci ritroveremo a combattere un’altra emergenza".

Poi il problema malavita: "La criminalità organizzata esiste anche in provincia di Arezzo e condiziona i processi produttivi. Bisogna agire".

Infine una stoccata al presidente della Regione Eugenio Giani: "Che brutto festeggiare il 1 maggio con i negozi aperti, la spesa si poteva fare il giorno prima. Gli addetti alle vendite hanno vissuto un periodo durissimo, a contatto con la gente tutto il giorno ma senza priorità nel ricevere i vaccini, si sarebbero meritati di godere almeno di un giorno di festa, il primo maggio nella rossa Toscana".