Morto carbonizzato in A1: ore da incubo per la famiglia, poi il riconoscimento FOTO

E' un cinquantenne romano, portava la 500 a un rivenditore. Si chiamava Stefano Dalena. L'auto incastrata sotto un Tir, dentro il corpo senza documenti del guidatore.

L'auto distrutta dal fuoco

L'auto distrutta dal fuoco

Arezzo, 16 marzo 2017 - Ha finalmente un nome il morto carbonizzato dell'incidente di Monte San Savino. Si chiamava Stefano Dalena, cinquantaduenne di Roma. Stava riportando da Torino nella capitale la Fiat 500 di cui era al volante. Lui infatti lavorava per una ditta di rivenditore d'auto nella zona dei Castelli. Non è stato necessario il test del Dna che pareva indispensabile in un primo momento. Sono bastati i particolari forniti dalla moglie sul bagaglio e sulle caratteristiche fisiche, a cominciare dai denti e da vecchie fratture, a consentire di arrivare a un nome e a un cognome finalmente certi. 

Una giornata da incubo per una famiglia che su quel tratto di autostrada si è vista travolgere la vita. Prima la moglie è stata contattata da un commissariato di Ps della capitale. Poi si è dovuta far forza e ricordarsi dei particolari, dal bagaglio che è rimasto quasi intatto a qualche vecchia frattura, per il riscontro. E infine la necessità di dire tutto questo ai due figli, entrambi minorenni.

Stefano Dalena lavorava per un rivenditore d’auto della zona dei Castelli romani. Riportava da Torino la Fiat 500 fresca di catena di montaggio e destinata al mercato delle nuove immatricolazioni. Le fiamme lo hanno inghiottito in un attimo, bruciando anche i documenti. Il resto è stato un lavoro di pazienza. Prima dal telaio si è risaliti al rivenditore. Ma neppure lui ha saputo dare certezze su chi fosse al volante: ho due Fiat 500 che mi stanno arrivando via autostrada. C’è voluto allora di contattare le famiglie, fino alla moglie che aveva perso le tracce del marito. 

Ormai abbastanza chiara anche la dinamica: Dalena è andato a tamponare il Tir, incastrandosi sotto, in corsia di marcia, senza che siano rimaste tracce di manovre azzardate. Una distrazione probabilmente, forse un colpo di sonno o un appannamento dei riflessi per la stanchezza.

Dell'auto e di chi c'era dentro è rimasto ben poco: uno scheletro annerito della vettura, una Fiat 500 appunto, e un corpo carbonizzato del conducente. Terrificanti testimonianze del terribile incidente avvenuto nella corsia sud dell'Autosole, poco distante dal casello di Monte San Savino. La dinamica sembra ormai assodata: l'auto ha tamponato un Tir con rimorchio e ci è rimasta incastrata sotto, prendendo fuoco. Un rogo che ha paralizzato l'autostrada, chiusa a lungo in direzione di Roma: uscita obbligatoria ad Arezzo, in attesa che la Società Autostrade riuscise a organizzare la deviazione sull'altra corsia di marcia.

Il blocco in autostrada
Il blocco in autostrada

Resta la lunga coda nella sacca fra Arezzo e Monte San Savino, almeno 2,5 chilometri di vetture bloccate che non possono andare nè avanti nè indietro. Resta soprattutto quel corpo carbonizzato, cui non è possibile per ora dare un nome. I documenti non ci sono o non si trovano. Pare comunque che non sia un aretino,

E' successo tutto intorno alle 22, per cause che i vigili del fuoco e la Polstrada di Battifolle stanno cercando di ricostruire. la Fiat 500 è andata a tamponare il Tir e ci è rimasta imprigionata in un ammasso pauroso di lamiere.

I vigili del fuoco al lavoro
I vigili del fuoco al lavoro

Poi le fiamme che si sono sviluppate probabilmente per le scintille dell'attrito, giunte fino al serbatoio. Pochi attimi e per il conducente dellla vettura non c'è stato niente da fare. Se l'è cavata invece l'autista del Tir. Sembra sia lui la persona trasportata in codice verde all'ospedale San Donato di Arezzo: D.R., 48 anni, di Castellammare di Stabia. Ha avvertito gli effetti dello schianto, ha visto il fuoco divampare: ma è rimasto praticamente illeso.

Una delle ambulanze lo ha caricato e lo ha portato in ospedale, almeno dando un senso all'arrivo dei mezzi del 118, che purtroppo poco hanno potuto fare per l'automobilista, rimasto imprigionato nella macchina in fiamme.