Impennata Covid al +30% e vaccini ignorati

Prima risalita settimanale e ieri il picco dopo la frenata estiva: la conferma del Cnr, siamo in zona critica. Flop nuovi sieri: pochi i prenotati

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di Alberto Pierini

Ma non dovevamo vederci più? Sì, sarebbe stato meglio. Ma il Covid per l’ennesima volta ci prende in contropiede, un po’ come nella canzone l’ex innamorata di Battisti. La calata dall’escalation estiva, anche quella un fenomeno assolutamente a sorpresa, si è arrestata di colpo. E i contagi hanno ricominciato a salire.

Come al solito la "livella" non è quella dei casi quotidiani. Per quanto ieri abbiano registrato il picco dopo lo stop di luglio. I nuovi positivi infatti sono stati 263, per una media sui tamponi tornata di scatto sopra il 20%. Il 10% esatto è costituito di ultra ottantenni. I ricoverati in ospedale restano nella norma ma comunque son 4, dopo essere stati per giorni da uno a 3. Ma il quadro delle 24 ore conta poco, gira ad ogni soffio di vento. Quello settimanale no.

Ed è quello a preoccupare. Perché l’aumento nei sette giorni è stato del 29%: siamo passati da 656 contagiati a 846. Minore l’aumento in città, +8%. Un altro dato allarma: l’aumento è stato particolarmente pesante tra i più anziani, che ora sono il 10% sul totale dei contagiati contro il 7% della settimana prima.

Un’impressione? No, e la conferma arriva implacabile dal Cnr: Giovanni Sebastiani, il matematico che dal 2020 monitora i flussi dei contagi disegnandone le curve, è drastico. Arezzo è tra le province dove il Covid sta crescendo. Certo, in buona compagnia: perché il cerchio della risalita abbraccia 48 città su 107, circa la metà. Quasi tutte tra nord e centro: centro dove si spinge su Toscana, Umbria, Marche e Lazio. I numeri vanno d’accordo con lo screening sanitario.

Anzi, c’è un altro anello: la vaccinazione. Per ora il lancio del nuovo prodotto ha fatto flop. I dati sono fino a sabato scorso ma del tutto indicativi. Nei centri vaccinali Asl, le cui agende sono state riaperte una settimana fa, le prenotazioni erano state 194, per sedute da qui al 2 ottobre. Come sempre più che a Siena (164) e a Grosseto (153) ma stavolta di poco. Sono i vaccini adattati alla variante Omicron. Ma pensate che le dosi consegnate in Toscana sono state 290mila di Pfizer e 50mila di Moderna. E che la Asl ha mandato nella nostra provincia 3.840 flaconi, equivalenti a 23.040 dosi. Alle quali ne vanno aggiunte altre 4.500 di Moderna.

E’ un po’ come presentarsi a tavola con una damigiana di vino e riempire al massimo uno o due bicchierini. A regnare è l’incertezza sui tempi di un richiamo che sembra inevitabile. E al quale ora si incrociano due variabili. L’ulteriore vaccino adeguato alle varianti in arrivo (la centaurus).

E la partenza dal 14 ottobre anche della vaccinazione anti-influenzale: entro la fine della settimana prossima i flaconi arriveranno in forze, somministrabili anche insieme a quella per il Covid. Basta averne voglia. Esattamente quella che ora manca.