
I "Vasari vasai". Antiche ceramiche. Apre la mostra
Ripercorre il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno, il percorso espositivo che sarà inaugurato oggi alle 16.30, al Museo Archeologico azionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo. Nell’anno vasariano arriva la mostra "I Vasari ‘vasai’ e la produzione ceramica aretina di età antica" a cura della direttrice del museo Maria Gatto. Prosegue così il grande programma di eventi celebrativi di "Arezzo. La città di Vasari", che fino a febbraio 2025 renderà omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune e Fondazione Cr Firenze con Fondazione Guido d’Arezzo, con Direzione regionale Musei nazionali Toscana, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Dopo la mostra aperta in Biblioteca sulle carte del Vasari, adesso è la volta del Museo archeologico che partecipa alle celebrazioni raccontando in questa esposizione attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell’autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l’espressione della maniera etrusca. La prima tappa della mostra permette infatti di entrare nel mondo degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche dell’Arezzo romana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell’esperienza del Vasari per due aspetti: da un lato come gli aretini di ogni tempo è testimone diretto di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall’altro Vasari ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta. L’esposizione spiega l’origine del nome Vasari e racconta, parafrasando un brano della Vita" dell’avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio di Lazzaro, vasaro e archeologo ante litteram. L’esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al repertorio iconografico dei vasi, presente una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera.
Angela Baldi