I fatti di Renzino dell’aprile 1921, incontro con Giorgio Sacchetti

Giorgio Sacchetti parlerà dei fatti di Renzino del 1921, un evento che ha segnato la storia del territorio aretino e che ha portato il Fascismo al potere. Si discuterà della violenza politica e dei miti fondativi che ne sono derivati. Ingresso libero.

Nuovo appuntamento, oggi del ciclo di conferenze "Il Fascismo da movimento a regime nel territorio aretino, 1914-1926" organizzato dalla Società storica, con il patrocinio dal Comune di Arezzo. Alle 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, Giorgio Sacchetti parlerà dei fatti di Renzino dell’aprile 1921. Curato da Luca Berti e patrocinato dal Comune, il ciclo di conferenze si propone di mettere a fuoco le drammatiche vicende che nell’arco di una dozzina di anni portarono il Fascismo a prendere il potere, con la violenza e con la connivenza delle istituzioni e dei cosiddetti "poteri forti", e ad assumere il controllo degli enti locali nel territorio aretino. Nel 1921, durante il ristretto arco temporale dei primi mesi dell’anno, mentre nel Paese era in atto la riconquista mussoliniana dei presìdi "sovversivi", si addensavano in Toscana eventi insurrezionali antifascisti, a vasta partecipazione popolare, e violente azioni squadriste a forte impatto politico e sociale, con assalto ai municipi "rossi" e alle sedi del movimento operaio, con conseguenze di lunga durata. Tre gli scenari che si prospettarono nell’ambito del territorio aretino, con altrettante differenti tipologie di violenza politica: delitto di folla alle miniere con l’uccisione di un ingegnere; barricate e guerriglia a San Giovanni con un’insorgenza popolare che vide i carabinieri schierati con i fascisti; imboscata a Foiano, in località Renzino, con tre squadristi caduti, organizzata da anarchici, socialisti e comunisti come risposta alle spedizioni punitive. Partendo da quest’ultimo evento, già scientificamente ricostruito dagli storici, il relatore intende evidenziarne non solo la duratura valenza nazionale, ma anche l’ambivalente trasformazione in contrapposti miti fondativi: martirologio fascista da una parte e memoria partigiana delle insorgenze dall’altra. Giorgio Sacchetti è dottore in Storia del movimento sindacale, professore in Storia contemporanea, insegna Storia culturale e sociale all’Università di Firenze. Ingresso libero.