
Fimer: spuntano altre offerte. Greybull in pole, presto l’asta
di Maria Rosa Di Termine
TERRANUOVA
Si terrà probabilmente a settembre l’asta pubblica per l’acquisizione di Fimer Spa, l’azienda lombarda del solar in amministrazione straordinaria dalla fine dello scorso anno e che ha uno stabilimento strategico a Terranuova Bracciolini. Nella fabbrica valdarnese che ad oggi occupa 240 persone si respira un clima di moderata fiducia perché il cronoprogramma degli impegni assunti dai commissari procede con regolarità. Prossima tappa dell’iter sarà la comunicazione di rito della vendita sulle principali testate dei media nazionali indicando i tempi utili per presentare le offerte di acquisto. Il riserbo sui possibili investitori, che potrebbero essere anche più di uno, è massimo sebbene in pole position rimanga il fondo inglese Greybull Maclaren che ha già erogato una tranche iniziale di cinque milioni di euro nell’ambito del processo concordatario per assicurarsi la proprietà di un’impresa ritenuta fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie legate alle energie rinnovabili. L’auspicio di lavoratori, istituzioni e sindacati è che le procedure possano arrivare al più presto al traguardo agognato.
"In questa lunga vicenda abbiamo vissuto tanti colpi di scena – ha sottolineato Ilaria Paoletti, segretaria provinciale della Fim Cisl – ma adesso il cammino è lineare e di questo va dato atto ai commissari che stanno procedendo spediti. L’obiettivo è di portare a termine l’amministrazione straordinaria entro la fine di quest’anno ufficializzando il nome del compratore".
Sulla stessa lunghezza d’onda il sentiment dei dipendenti. Liviana Rotesi lavora in Fimer del 1992, nel reparto "cuore" della produzione. Guarda all’ultimo miglio della vicenda con "fiducia perchè i commissari straordinari hanno dimostrato di saper gestire l’azienda e gli stipendi sono arrivati regolarmente ogni mese". Certo, non tutti guardano alle prossime settimane con la stessa fiducia, anche perchè si avvicina l’ultimo tornante di una vicenda infinita, dopo mesi di mobilitazione e presidi davanti al tribunale di Arezzo. Un anno fa, si consumava un passaggio drammatico per le sorti dello stabilimento valdarnese. Non sono troppo distanti nel tempo quelle immagini e quel dolore che ha attraversato i pensieri e il respiro di oltre duecento dipendenti col futuro in bilico. "Solo un anno fa, di questi tempi, eravamo a un passo dal baratro. Oggi tutto è cambiato, lavoriamo e a breve attendiamo il lieto fine", dice Liviana. Perchè tra qualche mese potrebbe chiudersi definitivamente la vertenza deflagrata nel novembre del 2021, quando il gruppo brianzolo annunciò il ricorso alla cassa integrazione ordinaria per 100 dipendenti. Seguirono mesi di mobilitazione, con il coinvolgimento della comunità e degli enti locali e nazionali, l’occupazione dello stabilimento, le trasferte al Nord e i sit-in davanti ai tribunali. Ma il 2024 può segnare la svolta. Fino a dicembre i dipendenti sono in cassa integrazione straordinaria e vi ricorrono a fasi alterne, ma la macchina è in moto e si lavora aspettando la fumata bianca.