
Un’immagine che rende l’idea di una frana, la più grande, che si era abbatttua sulla sede stradale della vecchia statale 3 bis rendendo l’arteria chiusa al traffico per motivi di sicurezza e in attesa di nuovi lavori
di Claudio Roselli
PIEVE SANTO STEFANO
Il taglio della vegetazione è un ottimo presupposto, ma prima di vedere il cantiere all’opera bisognerà attendere la fine dell’anno, se non l’inizio del 2025. Stiamo parlando del ripristino della vecchia statale 3 bis nei quasi 5 chilometri che collegano Valsavignone di Pieve Santo Stefano con Canili di Verghereto, chiusi alla circolazione dal 1999 e che impediscono alla E45 di avere un’alternativa viaria proprio nel punto più delicato del tratto appenninico. Sembrava infatti che questa operazione preliminare desse il via quasi in automatico ai lavori, evidenziando ancora di più le criticità presenti al fine di redigere progetti esecutivi per altri lotti e invece vi è ancora un passaggio da effettuare che oltretutto verrebbe a essere ripetuto.
La Provincia di Arezzo, che si è presa in carico la strada in base all’accordo stipulato nel luglio del 2022 con il Comune di Pieve Santo Stefano (nel protocollo d’intesa c’è anche la Provincia di Forlì Cesena per il piccolissimo tratto che ricade nel suo territorio), ha dovuto ricominciare l’iter autorizzativo sulle varie questioni di carattere tecnico e burocratico, vedi ad esempio impatto ambientale e rischio idrogeologico, il che allungherà inevitabilmente i tempi. "Peccato per questo passaggio bis – ha commentato il sindaco pievano, Claudio Marcelli – perchè l’iter è stato compiuto già nel 2022, con in mano l’ok alla risistemazione della strada". Come noto, sul piatto ci sono 5 milioni di euro di finanziamento per il primo lotto di 1,2 chilometri, a nord di Valsavignone e comprendente la più vistosa delle frane. "Il nostro auspicio – prosegue Marcelli - è che l’atteso cantiere possa cominciare a occuparsi della ex Tiberina al massimo con l’ingresso nel nuovo anno, perché in settembre verrà pubblicata la gara, poi vi saranno i 45 giorni previsti per legge e quindi l’apertura delle buste, sperando che non vi siano ricorsi in atto. Certamente, il taglio della vegetazione rimane il primo segnale tangibile di uno sblocco della situazione che però sarà tale solo quando la ditta aggiudicataria sarà operativa. E comunque, è disarmante la burocrazia che questo Paese chiede anche per opere urgenti e indispensabili". Un altro inverno trascorrerà, sperando che non si creino situazioni di emergenza tali da imporre il blocco della circolazione in quel punto della superstrada.