Autosole, sgambetto all’Italia. Incidente bis e blocco per ore

Le due corsie nel tratto aretino non reggono più: ieri caos dalla Valdichiana, poi spalmato per chilometri. Auto e Tir dirottati sulla viabilità secondaria, prova del fuoco E45: campanello d’allarme per l’estate.

Autosole, sgambetto all’Italia. Incidente bis e blocco per ore

Autosole, sgambetto all’Italia. Incidente bis e blocco per ore

Una strettoia che taglia in due l’Italia. E lo fa nel tratto aretino tra i caselli di Valdarno, Arezzo Monte San Savino e Valdichiana. Un nastro d’asfalto che per due volte in tre giorni ha mandato in tilt il traffico. Venerdì l’autotreno ribaltato in direzione sud, a pochi chilometri dall’uscita di Arezzo aveva bloccato per ore la viabilità in entrambe le corsie, provocando chilometri di coda con tanto di soccorso agli automobilisti fermi rianimati con bottiglie d’acqua distribuite di finestrino in finestrino.

Ma soprattutto, aveva riversato il traffico dall’autostrada sulle vie di comunicazioni secondarie, congestionando il traffico sulla statale 69 e perfino sul raccordo in entrata e in uscita da Arezzo. Un disastro, nel venerdì nero dell’Autosole.

Ieri il bis, stavolta nel tratto tra Valdichiana e Chiusi. Anche in questo caso, il ribaltamento di un camion ha scatenato il caos, risolto solo nella tarda mattinata. Il camionista ha perso il controllo ed è finito fuori strada, a seguito di un incidente in cui sono rimaste coinvolte tre auto, lungo la corsia nord in direzione Firenze. Quattro feriti, non gravi. Fin qui la cronaca ma il problema resta una rete autostradale che nel tratto aretino si conferma ormai insufficiente nella versione a due corsie. I flussi di traffico aumentano, le carreggiate no.

Il risultato? La strettoia aretina è incastonata tra le tre corsie che da Incisa stanno scendendo fino al casello Valdarno, nei piani della società autostrade e con la sollecitazione della Regione, e la tre corsie da Roma a Orte. Nell’incidente di ieri, così come in quello di venerdì, il blocco delle corsie occupate da detriti, fa scattare automaticamente il ricorso alle uscite obbligatorie e riversa il traffico, leggero e pesante, lungo la rete viaria secondaria che non ce la fa a sopportare lo stress della prova. Ieri mattina, per le brevi percorrenze, dopo l’uscita obbligatoria a Chiusi, agli automobilisti era consigliato di percorrere la viabilità ordinaria per poi rientrare in autostrada a Valdichiana. Per le lunghe percorrenze, invece, la raccomandazione per gli automobilisti era quella di uscire ad Orte, utilizzare la superstrada E45 in direzione di Perugia, per poi rientrare in autostrada a Valdichiana. Per molti automobilisti l’alternativa è stata la regionale 71 per Terontola e Castiglion del Lago per poi riprendere il raccordo Perugia-Bettolle fino all’innesto dell’Autosole. Una gimcana per bypassare l’ostacolo che ha dilatato i tempi di percorrenza e affaticato la rete viaria collaterale. Servirebbe la terza corsia, considerato che il tratto aretino è rimasto a due corsie di marcia fin dal 1964, ovvero dalla sua costruzione originaria. L’aumento dei flussi di traffico, conferma l’urgenza di un intervento che, per ora, si fermerà al casello Valdarno, lasciando la strettoia aretina alla merce degli imprevisti che possono trasformarsi in vera e propria odissea per chi è al volante. I numeri parlano chiaro: oltre 80 mila veicoli al giorno fra Firenze e Valdarno, 60 mila da lì a Battifolle, 50 mila nel tratto a sud di Arezzo. Flussi che erano drasticamente calati con il Covid, ma che dal 2022 sono in netta ripresa, tornando ai tetti di allora. E sollecitano un intervento risolutivo per evitare che l’Italia si spezzi a metà ogni volta che accade un incidente. Che, inevitabilmente, in queste condizioni provoca un effetto domino.