Davanti un circolo sportivo, dietro una centrale di spaccio: due arresti e tre denunce

Giro d’affari di 300mila euro secondo i carabinieri, in manette un albanese e un rumeno. Uno detenuto per sfruttamento: familiare tenta di portare stupefacente anche in carcere

carabinieri

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Arezzo, 20 gennaio 2022 - Una centrale di spaccio installata in pieno lockdown in un capannone industriale di San Zeno, ufficialmente un circolo dove aveva sede una società sportiva dilettantistica, capace di rifornire il mercato locale di cocaina e marijuana. Almeno tre chili di coca a cavallo tra il 2020 e il 2021 e centinaia di grammi tra hashish e marijuana per qualcosa come 300mila euro di ricavi.

E’ finita con l’arresto di due stranieri – un albanese 33 anni e di un rumeno di 30 anni – già noti alle forze dell’ordine e residenti da tempo ad Arezzo, la fase due dell’operazione antidroga dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Arezzo. Entrambi sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale Giulia Soldini ed eseguita con la collaborazione del Nucleo Carabinieri Cinofili di Firenze e della Compagnia di Arezzo. Il rumeno era già in cella per scontare una condanna definitiva per sfruttamento della prostituzione, estorsione e violenza privata.

A gennaio infatti la polizia penitenziaria era intervenuta per bloccare un tentativo di cessione di fumo, durante il colloquio autorizzato con un familiare. Secondo la ricostruzione accusatoria i due, con la complicità di altri tre giovani, due aretini e una donna stranieri, avevano messo in piedi un florido mercato di spaccio.

Tutto nasce dal blitz dell’aprile del 2021 quando gli investigatori, a fronte del continuo via vai di acquirenti, fanno irruzione in un’abitazione a Ruscello arrestando un govane italiano, titolare del circolo sportivo dilettantistico e sequestrando circa 25 grammi di cocaina e 40 di marijuana, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Grazie all’indagine e alla confessione dell’italiano che si è ’dissociato’ da quel mondo, i militari riescono a ricostruire il livello superiore del giro di spaccio, individuando i due stranieri come i reali rifornitori dello stupefacente che poi piazzavano – secondo l’accusa – con la complicità del gestore e degli altri due indagati tra il circolo privato e l’abitazione di Ruscello. Il rumeno, in particolare, sarebbe stato il canale principale di approvigionamento della piazza aretina. Ma entrambi – secondo il giudice – hanno dimostrato un’inclinazione a vivere fuori dalle regole e a mantenersi spacciando droga. Lo stupefacente veniva stoccato sia in via del Ruscello che in un appartamento adiacente preso in affitto da uno degli stranieri mentre il giro vorticoso di denaro è stato ricostruito anche grazie alle dichiarazioni degli esercenti della zona dove venivano cambiate banconote. A loro uno degli arrestati aveva rivelato di riuscire a mandare in Romania qualcosa come 40mila euro al mese. Gli arrestati saranno sentiti nelle prossime ore dal gip