Cosa meglio di una visita agli affreschi di Piero per lanciare il nuovo anno? La scelta, sia chiaro, sarebbe di nicchia: difficile immaginarsi il popolo della notte sfilarsi il pigiama indossato all’alba per sfilare davanti al capolavoro. Ma almeno è una scelta possibile. Grazie alla staffetta della gestione? No, almeno in questo caso no.
"Il ministero ha disposto l’apertura dei principali siti museali a Capodanno" conferma Stefano Casciu. Una richiesta che gli comporta una serie di confronti sindacali. "Verremo incontro a questo appello: il primo gennaio anche il grosso dei musei aretini sarà aperto". Del grosso, neanche a dirlo, fanno parte gli Affreschi di Piero, dai quali i nostri musei non prescindono.
Per ora sul sito del polo museale sono dati per chiusi, insieme a tutte le gallerie. Ma dopo il 20 dicembre anche il sito cambierà. Nel nostro caso sanando una ferita, sia pur forse solo di immagine. Perché il primo gennaio non è solo Capodanno, come in tutto il mondo, ma è anche una giornata di Fiera. Fiera, le cui scadenze sono legate alla prima domenica del mese. E vogliamo aprire non solo l’anno ma l’anno dell’antiquaria con gli affreschi sbarrati? No, non vogliamo.
E tra l’altro in una due giorni che sarà ancora e pienamente Città del Natale. Senza il mercatino tirolese e la Casa del grande vecchio ma con il resto rigorosamente al suo posto, perché la festa non deve finire, se non domenica 8 gennaio, perfino dopo l’Epifania.
Già, un Capodanno ancora tutto da scoprire. Compreso l’evento di piazza. Di certo c’è solo che sarà a Sant’Agostino, perché piazza Grande torna il regno della Fiera. Ieri la commissione ha esaminato i due progetti presentati, entrambi candidati ad un finanziamento di 45 mila euro, il più ricco degli ultimi anni.
Uno è firmato Mauro Valenti, e nello stile vulcanico dell’inventore di Arezzo Wave farebbe della piazza un angolo di Londra, nell’anniversario dei Beatles, in una cornice un po’ Liverpool e un po’ anni ’60. Ma con un occhio al futuro, con eventi itineranti, con una festa annunciata dalla mattina e via cantando, tra "Love Me Do", "Please Please Me" e il trionfo della minigonna alla Mary Quant.
Di là ecco il progetto di "Arezzo che spacca": bocche cucite sull’idea alternativa al fondatore del rock aretino, dentro le migliori forze del mondo Woodworm, in un derby quasi simbolico tra il pioniere di Arezzo Wave e i suoi eredi, pur mai del tutto riconosciuti.
Tra i vicoli della festa intanto correrà la Fiera, incarnata dai suoi "eroi", quelli sul pezzo anche a Capodanno. La Fondazione sta preparando un’accoglienza speciale. Di sicuro almeno una bella colazione offerta a tutti, il resto è appeso al buon cuore della città: un pizzico di gratitudine non disdice.
Alberto Pierini