
Abbandonati sull’Appennino. Aspettavano l’arrivo del treno
CORTONA
Sono stati lasciati due ore in un paesino in mezzo all’Appennino, in attesa del treno che li avrebbe riportati a casa. Due ore con 30 gradi all’ombra senza bagni (gratuiti) e senza nemmeno un distributore per prendere una bottiglietta d’acqua. E’ capitato ai fuori sede aretini a Bologna, ma in generale a quegli studenti e lavoratori che lavorano in Emilia, che per tornare a casa, nella loro Toscana, si sono ritrovati nel mezzo di una vera e propria Odissea. Che non sarebbero state le classiche due ore seduti comodi sull’Intercity i viaggiatori lo sapevano già anche se non si aspettavano una cosa del genere: sì, perché a causa dei lavori sulla tratta convenzionale tra Prato e Bologna, il treno diretto che collega le città emiliane, a partire dalla città felsinea, con Firenze, Arezzo e Cortona (con la stazione di Terontola) è per i mesi estivi sostituito con "mezzi alternativi". Ciò significa che per tornare a casa i fuori sede devono prendere, in ordine: prima un bus sostitutivo da Bologna in direzione di San Benedetto in Val di Sambro (un paesino dell’Appennino); poi un treno diretto a Prato; e da lì un Intercity diretto a Firenze, Arezzo e via discorrendo. Insomma, un viaggio della speranza, tutto fuorché comodo. Elia Nerozzi. Cortonese, classe ‘99, fresco di laurea in ingegneria civile sta trascorrendo l’estate a Bologna per un corso di specializzazione. Nei suoi programmi c’era quello di tornare a casa per il Palio dei Rioni di Castiglion Fiorentino ma alla fine ci ha messo oltre cinque ore per arrivare nella sua città etrusca.