Mancuso: "Ecco come troveremo le risorse per le casse del Comune"

Il vicesindaco spiega le strategie per recuperare fondi

fulvio Mancuso (foto Lazzeroni)

fulvio Mancuso (foto Lazzeroni)

Siena, 9 maggio 2015 - Archiviata la fase dello ‘splendido isolamento’, in cui l’autosufficienza economica targata Fondazione Monte dei Paschi aveva portato Siena ai limiti dell’autarchia, oggi si lavora per intercettare risorse, finanziamenti, energie su cui costruire il futuro. Le linee strategiche sono chiare: innovazione tecnologica, incubatori di impresa anche culturale, smart city. Tutti temi cui il vice sindaco, Fulvio Mancuso, è particolarmente legato.

Si è chiusa una fase, ormai è chiaro a tutti… «E’ vero e ci sono tre aspetti da scrivere al merito di chi guida la città: innanzitutto essersi resi conto che, vista la situazione rovinosa che avevamo raccolto, dovevamo ripartire recuperando la credibilità, poi mantenere il livello dei servizi e intercettare risorse esterne. Sono gli assi programmatici per passare da una fase di emergenza a una di programmazione».

Come si recupera la credibilità? «Cominciando dal bilancio: la messa in sicurezza dei conti non è solo una questione ragionieristica, ti permette di progettare senza ansia. Ci siamo riusciti, pur senza i facili denari che arrivavamo dalla Fondazione. Il debito storico del Comune era di 100 milioni quando abbiamo iniziato il mandato, ne abbiamo sanati una ventina».

Può bastare? «No, ma la città dimostra di saper ripartire con le proprie gambe, di recuperare il danno di immagine. Credo che Siena possa rivendicare la fine di tutori esterni di cui non ha più bisogno».

E’ un messaggio? «E’ una riflessione: chi guida le istituzioni, gli stakeholder, devono voler bene a questo territorio. Non importa il dna o il luogo di nascita, ma bisogna che ci sia una coerenza con il benessere della comunità, pur senza dannosi ritorni al passato».

La Fondazione Mps erogava 25 milioni di euro l’anno al Comune: come si fanno i conti senza quelle risorse? «I risparmi ci fanno avere minori necessità di spesa corrente, in più lavoriamo sui bandi: nel 2014 abbiamo fatto domande per quasi 10 milioni di euro ma, a regime, quello non potrà essere l’obiettivo».

La bandistica, soprattutto europea, è materia complicata: siete preparati? «L’ufficio bandi è strategico ma è appena stato costituito. Vedremo se sarà sufficiente o se dovremo implementarlo, magari in sinergia con soggetti come Apea che rappresenta un’esperienza positiva e avanzata».

Quali sono le principali linee su cui lavorate? «Turismo e innovazione sono temi su cui ci stiamo riposizionando; per lo sviluppo della città è fondamentale anche il filone dei saperi».

Punti di debolezza? «La manutenzione del patrimonio: qui pesava davvero la condizione finanziaria privilegiata della città, dovremo lavorare anche con i patti di collaborazione con cittadini, ad esempio tramite il regolamento sui beni comuni».

Giulia Maestrini