Eileen Guggenheim dall'Academy di New York all'Accesso di Pietrasanta

Visual Intelligence: sette artisti in mostra da oggi al 5 settembre / FOTO

Eileen Guggenheim

Eileen Guggenheim

Viareggio, 1 agosto 2014 - "Conoscere il passato per emanciparsene; non per ripetere ed imitare, ma per essere partecipi del proprio tempo e della propria storia e cultura". E' da sempre la linea guida della New York Academy of Art, fondata nel 1982 e portata avanti da Eileen Guggenheim, presidente del consiglio di amministrazione dell'ateneo newyorkese, nonché tra le donne più influenti della scena culturale newyorkese.

Come i suoi illustri antenati Solomon e Peggy, anche Eileen non è sfuggita al destino della famiglia, diventando mecenate e paladina delle arti. Creata da artisti e collezionisti, l'Accademy ha sempre avuto come riferimento ideale le botteghe del Rinascimento, dove si imparava a diventare pittori, scultori, orafi, intagliatori, disegnatori. Sempre a caccia di nuovi talenti, la scuola ha lasciato però la porta aperta al vento del contemporaneo, facendo crescere e germogliare giovani interpreti dalle sensibilità e dalle tecniche più diverse. Ed ecco che sette artisti della New York Academy of Art arrivano a Pietrasanta ospiti di in una sorta di ponte fra la Grande Mela e la Versilia.

L'inaugurazione della collettiva, con le opere selezionate dal gallerista Brad Brubaker dopo un periodo trascorso a stretto contatto con gli artisti, è fissata per il 2 agosto alle 19, con la partecipazione della stessa Eileen Guggenheim. “Visual Intelligence. Opere recenti dalla New York Academy of Art” il titolo della mostra, che proseguirà fino al 5 settembre.

A Peter Simon Mühlhäußer, Nicolas V. Sanchez, Amber Sena - già appartenenti alla “scuderia” di Accesso- si aggiungono Aleah Chapin, Ian Factor, Zoë Sua Kay, Elliot Purse, che espongono nello spazio pietrasantino dipinti, su tela e carta, e sculture. La mostra è un esperimento percettivo e prospettico. Cos’è “bello”, la giovinezza o la maturità? Il fronte o il retro? La conoscenza o l’ignoranza? La vista o l’immaginazione? Il mito o la storia? Ogni artista, utilizzando un linguaggio straniante, crea lavori visivamente intelligenti e analizza aspetti banali e per certi versi anche retorici della cultura occidentale tout court, spostando la messa a fuoco della macchina fotografica umana.

"Visual Intelligence - spiega Peter Drake, decano della NYAA e autore insieme alla Guggenheim di uno dei due testi critici della mostra - è un esperimento culturale in linea con i principi che portarono artisti - come Andy Warhol -, mecenati e studiosi a fondare nel 1982 la New York Academy of Art. Tutti gli artisti in mostra utilizzano tecniche classiche come la pittura, il disegno e la scultura bronzea, in chiave ontemporanea lanciando una latente sfida allo spettatore a riconsiderare i propri (pre)giudizi estetici".

Aleah Chapin -vincitrice del prestigioso BP Portrait Award- presenta, in via del tutto eccezionale, proprio l’opera che l’ha portata alla vittoria: Auntie rappresenta un completo riesame della bellezza femminile. La zia di Aleah offre al pubblico -sfacciatamente e con orgoglio- la visione del suo corpo, maturo, e ciononostante bello. Anche Niccolò V. Sanchez propone soggetti familiari ma le sue tele trasudano disagio e lacerazione, come a voler dire che a guardarla da vicino, l’archeologia familiare potrebbe svelare dettagli inaspettati e talvolta scabrosi. Ambra Sena ci mostra la sua abilità nello scovare la bellezza ovunque: disegna infatti il posteriore di un cane la cui pelliccia crea correnti allucinogene ipnotiche che portano lo spettatore a contemplare un lato, da sempre, lasciato in secondo piano. Ian Factor racconta il silenzio, la malinconia di certi luoghi urbani di New York. Peter Simon Mühlhäußer presenta un alter ego contemporaneo del “David” di Donatello, guerriero piegato, ma non spezzato. Elliot Purse compendia nella sua tela un’ideale enciclopedia della tecnica pittorica per ritrarre un ambiente paludoso in cui s’intravede qualcosa/qualcuno galleggiare lungo il fiume. Zoë Sua Kay dipinge il dettaglio di un corpo umano che sembra steso sul lettino di un coroner: è la meticolosità della pittura a riportarlo in vita, trasformandolo quasi in un paesaggio, solchi e valli di una geografia umana.

 

Accesso Galleria, Via del Marzocco 68- 70, 55045 Pietrasanta (LU) dal 3 agosto – 5 settembre

Orari da lunedì a giovedì, 18 - 23, da venerdì a domenica, 10.30 - 12.30 e 18 – 24 

Catalogo con testi di Eileen Guggenheim e Peter Drake

Ingresso libero. I[email protected]; [email protected] www.accessogalleria.com