Nautica: aziende in fuga verso La Spezia

Azimut e Sanlorenzo interessate a spostare la produzione alla banchina San Marco?

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Viareggio, 20 novembre 2014 - CHE SUCCEDE in Darsena? Mentre la Regione prova a rassicurare i sindacati sul frazionamento del Polo nautico, sempre da parte dei sindacati si diffonde la paura che Azimut Benetti voglia ridimensionare l’area produttiva a Viareggio e addirittura cedere capannoni. E intanto al Polo nautico arriva la lettera di Sanlorenzo che annuncia, in mancanza di decisioni rapide sulle concessioni, l’interesse a trasferirsi nell’area dei Cantieri San Marco alla Spezia.

E’ IL RUMOUR che agita la Darsena: sia Azimut che Sanlorenzo sarebbero interessate alla banchina San Marco, 500 metri lineari utili a produrre anche super yacht fino a 130 metri, quel segmento di mercato che non conosce crisi, ma da cui l’asfittico bacino darsenotto (non più Porto ma, se si va avanti così, «Morto di Viareggio») è escluso, garantendo agibilità solo a barche sui 35 metri o poco più. Però i Cantieri San Marco, apparentemente, hanno risolto la vecchia bega del pagamento dei canoni alla locale Port Authority: però decine di lavoratori sono in cassa integrazione senza anticipo, mancano commesse anche se sul sito aziendale si parla di navi in costruzione, e l’amministrazione comunale spezzina sollecita una soluzione per la ripresa della produzione.

ALLORA, probabilmente, Azimut o ancor più Sanlorenzo potrebbero essere interessate a rilevare quote societarie dell’azienda spezzina. Perché i due cantieri nostrani, in controtendenza, sono stracolmi di ordinativi e non intendono perdere tempo: il ferro va battuto finché è caldo, anche quello degli scafi. A fronte dei tempi operativi di chi lavora sul mercato privato, ci sono le lungaggini di una politica che, prima e dopo la Port Authority, non risolve nulla. Prima era colpa del comune, e ora?

ORA a Firenze s’è tenuta la riunione chiesta dai sindacati con gli assessori regionali Gianfranco Simoncini (attività produttive) e Vincenzo Ceccarelli (trasporti), e il segretario della Port Authority Morelli: di nuovo a parlare dello stato catatonico della nautica viareggina, penalizzata nelle imprese medio piccole a causa delle restrizioni del mercato, e del frazionamento di Polo nautico (inutile ricordare che il Cda del consorzio ha annunciato una causa risarcitoria da 20 milioni di euro contro comune e Port Authority per una vicenda che si trascina dai tempi della giunta Marcucci). Simoncini ha ricordato il sostegno della Regione alla nautica col polo di innovazione Navigo. E il programma operativo Fesr 2014-2020 «per la difesa e il rilancio di uno dei settori più dinamici e di eccellenza del manifatturiero toscano, il cui ruolo è fondamentale anche per la presenza, accanto ad alcuni tra i principali gruppi a livello mondiale, di un vasto tessuto di piccola e media impresa e di un importante ed articolato indotto». Ceccarelli ha garantito che seguirà il lavoro della Port Authority. Le parti hanno condiviso l’impegno aD aggiornare il Protocollo per la nautica da diporto del 2010, che contenga il rilancio del polo cantieristico viareggino. Dicono ci penserà la Provincia. Magari i politici toscani, quando si riempiono la bocca delle eccellenze regionali, si ricordino anche che La Spezia è in Licuria... Quindi, per concludere: chiacchiere, quod erat demonstrandum.