Versiliese agli arresti domiciliari per pedofilia

Indagine in tutta Italia. Sequestrate le foto che ha scattato in casa a ragazzine perfino con meno di 14 anni

Le indagini sulla rete dei pedofili sono svolte dalla Polizia postale di Firenze

Le indagini sulla rete dei pedofili sono svolte dalla Polizia postale di Firenze

Seravezza (Lucca), 25 gennaio 2022 - L’accusa è un macigno: detenzione e produzione di materiale pedo pornografico. Di questo deve rispondere il dipendente del comune di Forte dei Marmi tratto in arresto venerdì mattina all’alba mentre era nella sua abitazione sopra Seravezza. L’uomo, 46 anni, single – di cui per ora non facciamo il nome stante la delicatezza della situazione – è finito nelle maglie di una più articolata inchiesta (che promette ulteriori sviluppi) che interessa tutto il territorio nazionale: l’indagine è partita dalla procura di Bari ed ha poi coinvolto quella di Firenze attraverso un setacciamento capillare degli indirizzi ’IP’ dei computer. In sostanza l’inchiesta ha interessato la polizia postale di Firenze – che ha poi eseguito l’arresto nei confronti dell’uomo – sul filo telematico degli accessi a specifici siti web ’hot’ che sarebbero stati la chiave di volta per inchiodare il dipendente pubblico. E che avrebbero aperto ulteriori, e agghiaccianti, scenari. Infatti secondo la prima ricostruzione della vicenda il 46enne avrebbe avvicinato a casa sua (viveva da solo nell’abitazione di famiglia) ragazzine di età inferiore a 14 anni per incontri che non si sarebbero limitati a foto o riprese video. Orribili trappole che si sarebbero ripetute nel tempo, tra il silenzio delle bambine – tutte versiliesi – e l’assenza, al momento, di denunce da parte dei genitori. Una storia pesante, che secondo gli investigatori si è consumata tra le quattro mura di un’abitazione rustica nel comune di Seravezza e che forse non sarebbe mai emersa se l’uomo non fosse poi finito nella rete telematica intercettata dalla polizia postale.

Il blitz è scattato venerdì mattina e adesso l’uomo si trova agli arresti domiciliari. Al comune di Forte dei Marmi l’assenza dal lavoro è stata certificata il sabato con Pec dell’avvocato che ha informato della misura di restrizione della libertà cui è stato sottoposto il proprio assistito ma nessuno, tra i corridoi di palazzo, avrebbe mai immaginato che quel quarantenne, taciturno e sempre presente al lavoro, avesse su di sè il fardello di una delle peggiori accuse. Tremano intanto i compaesani visto che il giovane, oltre ad aver tentato in passato anche il percorso politico, era da molti anni attivo nel sociale e volontario del progetto Chernobyl per l’accoglienza estiva ai bambini bielorussi. Quando decise di buttarsi in politica si era descritto come "amante dello sport, sia indoor che all’aperto, in particolare sulle nostre bellissime montagne", aggiungendo: "Credo fortemente nelle potenzialità della nostra terra, nella possibilità di migliorare, ovunque ci sia margine di manovra per farlo. Metterò tutte le mie conoscenze al servizio dell’amministrazione e dei cittadini per contribuire allo sviluppo della comunità di Seravezza. Crescere si può se tutti facciamo la nostra parte. Io farò la mia". Una corsa che poi finì senza grossi risultati.

Il dipendente del comune di Forte dei Marmi è così tornato ad essere assorbito dal proprio lavoro e dall’impegno in prima linea in un’associazione locale e molto vicino al mondo giovanile, tanto che organizzava campeggi. Un tran tran che mai avrebbe sollevato sospetti, se non ci fosse stata l’irruzione della polizia postale a scrivere un’altra pagina di quella vita apparentemente normalissima. La polizia postale mantiene la massima riservatezza sull’inchiesta: ma sul tavolo degli inquirenti ci sarebbero immagini, e quindi identità, di minorenni, che compariranno davanti agli investigatori assieme alle loro famiglie. Tutte all’oscuro di quanto accadeva in quella fiabesca casa tuffata nel verde.