"Io, in fila alla mensa, vi racconto chi sono i nuovi poveri: giovani e italiani"

Sorpasso alla mensa: i viareggini superano gli immigrati

Una mensa della Caritas

Una mensa della Caritas

Viareggio, 28 ottobre 2016 - I "nuovi poveri" sono molto più vicini a noi di quanto pensiamo. Ci sono sì persone con problemi di alcol, droga e tossicodipendenze di ogni tipo. Ma ci sono soprattutto uomini e donne comuni che hanno perso tutto o gran parte di quello che avevano. Persone come tante fino a poco tempo fa e che la società definirebbe «normali» con un lavoro, una famiglia, una casa. E che oggi si ritrovano senza niente. Ci sono gli anziani, senza una casa di proprietà o che hanno subito un incidente. Ci sono avvocati, ex impiegati licenziati e uomini che con il divorzio hanno perso casa e pure affetti. Costretti a mangiare in mensa, si sciacquano nei fontanelli pubblici e tornano al lavoro dopo la pausa pranzo. Tutti, a sorpresa, italiani.

C’è di tutto alla mensa francescana gestita direttamente dalla parrocchia durante il pranzo e dalla Caritas per la cena. Andrea, per esempio, fino a qualche tempo fa viveva dalla sorella, oggi per la strada. Ha 52 anni "ma oramai ho smesso di cercarlo il lavoro, tanto che campo a fa’".

"Io, invece, sono separato e non ho una lira. Prima o poi mi toccherà fare il ladro", ironizza un ragazzone, cameriere d’estate, disoccupato per il resto dell’anno. Ma fuori dalla mensa in pochi hanno voglia di parlare, la maggior parte preferisce lasciare i propri problemi alle spalle "perché per fortuna davanti a un pasto caldo tutti siamo uguali".

"Abbiamo persone che vengono da anni – spiega il parroco Elzeario Nowak, responsabile del servizio mensa diurno – Per tanti venire qui è un po’ come mangiare a casa".

L’odore dello stufato ci raggiunge, oltrepassa le cucine e ci accompagna da Grazia Dolfi, la regina dei fornelli, colei che grazie alla generosità dei viareggini riesce a trasformare uova, verdure e scatolame in un vero e proprio pranzo coi fiocchi. "Facciamo il possibile – sorride – andiamo avanti solo grazie al grande cuore di tutte le persone che fino a oggi non ci ha mai lasciati soli nemmeno per un attimo".

Le persone continuano ad arrivare. A una a una. E ogni giorno è così, sempre uguale. Sempre peggio.