"Ho ricevuto il rene di vostra figlia, grazie per avermi dato la speranza"

Il contatto fra i genitori di Elisa Pezzini e la donna che ha ricevuto gli organi. Un anno fa la tragedia

Elisa Pezzini

Elisa Pezzini

Viareggio, 8 giugno 2016 - "Mi scusi...". E’ entrata così, con un messaggio battuto, cancellato e ribattuto chissà quante mila volte su quella tastiera del computer. E in punta di piedi quella ragazza si è presentata, con i suoi vent’anni, gli occhi profondi, i capelli tinti di celeste, e una paura più grande di lei: "Ho ricevuto il rene di vostra figlia". Un messaggio scritto su Facebook che ha preceduto una lunga e emozionante telefonata.

Esattamente un anno fa, quando Simona Di Vita e Stefano Pezzini firmarono per donare gli organi della loro Elisa. "Una decisione sofferta, presa nel momento più brutto della nostra vita – confessa papà Stefano – ma l’unica decisione che potevamo prendere. La più giusta".

Simona è rimasta lì, a rileggersi quelle poche righe, piombate in un giorno come tanti, che raccontavano del prima e del dopo di quella ragazza minuta. Dell’infanzia, dell’adolescenza trascorsa prigioniera della dialisi. Della rinascita. Mamma Simona è rimasta lì, da sola al pc, di fronte a tutto il male e a tutto il bene che c’è. "Ho impiegato un giorno intero a capire le mie emozioni, alla fine, dopo aver pianto, e ho pianto tanto, ho sorriso pensando a questo miracolo. E sono ripartita, un pochino più forte di prima. Nel frattempo, proprio in questi giorni, ho conosciuto altre due giovani donne che portano Elisa con loro. Una di queste si chiama proprio come lei", Elisa.

Ed è un sorriso bellissimo, davvero, quello di mamma Simona Di Vita. Che da quella notte di giugno, quando un anno fa ha perso sua figlia per un incidente su via Italica a Lido di Camaiore, ogni tanto entra in quella cameretta per sentire ancora il profumo di Eli rimasto tra le sue cose.

"Non apro mai la finestra, ho paura che il vento porti via il suo odore". Quello che nessuno potrà portarle via sono i vent’anni trascorsi accanto a Elisa. I primi passi, i suoi disegni sparsi per casa, i volteggi in pedana, quel bacio frettoloso, l’ultimo, prima di uscire in motorino con le amiche.

"Nostra figlia ci ha insegnato a non perdere mai il sorriso e la speranza, ad amare ogni singolo giorno; per questo oggi viviamo così". Certo, il dolore è lancinante. Ma è per il profondo valore della vita che hanno deciso di non lasciarsi andare. Stefano e Simona hanno fondato un’associazione, si chiama ‘Il sorriso di Elisa’; basta guardare le sue foto per capire il perché. E’ nata con l’intento di raccogliere fondi da destinare alle vittime della strada, ma soprattutto per prevenirli gli incidenti. Il simbolo della onlus, un cuore che incastona il suo nome ‘Eli’, è marchiato su una spilletta che sta girando il mondo sul petto dei tanti amici di Elisa, di Simona e di Stefano. Dal mare, alle montagne. Sulle divise delle compagne della ginnastica, prima di una gara, sui costumi del Carnevale.

In un anno si sono alternate cene, commedie, saggi di danza, anche la Gran Fondo il diavolo della Versilia si corre da quest’anno, e si correrà per sempre, in memoria di Elisa Pezzini. «Per il prossimo anno – annuncia papà Stefano – stiamo lavorando ad un progetto di sensibilizzazione sui pericoli della strada, che vorremmo poter portare avanti con il sostegno della Polizia Stradale. Anche l’idea di poter contribuire a salvare una sola vita per noi è importante». Questo è l’impegno, una promessa scritta anche sulla prefazione del libro dedicato a Elisa. Dove chi le ha voluto e le vuole bene ha lasciato un pensiero. "Ricordarla è dura – conclude il suo papà – ma è altrettanto bello". E oggi – a un anno dal suo addio – lo faranno ancora, tutti insieme, sul mare di piazza Mazzini. Col naso in su, cercandola là, tra le stelle.