Padre dona un rene (e un futuro) al figlio

Il babbo Stefano:"Farei di tutto per lui". E il figlio: "Adesso ho dei progetti"

Da sinistra il padre Stefano, la mamma e il figlio Gabriele

Da sinistra il padre Stefano, la mamma e il figlio Gabriele

Viareggio, 17 dicembre 2017 -  SORRIDONO, babbo e figlio, nel locale carico dell’aroma di caffè, dolci e focacce. Il ‘PanGnomo’, al Marco Polo, è casa loro. D’altronde i Bertoncini la farina ce l’hanno nel sangue. Il capostipite Amelio fondò il primo panificio di famiglia nel 1960. Un lavoro che si tramanda di padre in figlio. E ora il futuro è lui: Gabriele, 23 anni, nella foto col padre Stefano e la mamma Simonetta. Ha puntato forte sulla pasticceria, un’arte alla quale si è avvicinato dopo aver conosciuto Gastone Pegoraro, fondatore della Gustar di Pistoia dove ha imparato le prime tecniche. In termini di pasticceria, il ragazzo sa il fatto suo: ha studiato con maestri italiani e francesi e fa parte del Richemont Club Italia, associazione che raccoglie l’aristocrazia italiana del settore. E con i colori del club bresciano, due anni fa ha vinto la Coppa Louis Lesaffre, una sorta di campionato europeo che vale come selezione per la coppa del mondo di pasticceria.

UN PERCORSO avvincente, che tuttavia è costato a Gabriele una fatica abnorme. E che ha anche rischiato di interrompersi. Il giovane pasticciere viareggino infatti è nato con un problema ai reni che ne ha sempre limitato le potenzialità. «Era come una macchina con un bel motore, ma con il freno a mano tirato», spiega papà Stefano. Che lo scorso anno ha preso il coraggio a quattro mani e ha cambiato la vita di suo figlio. Donandogli un rene, dopo che i problemi di Gabriele erano aumentati fino all’ipotesi di dover ricorrere alla dialisi. Evitata, fortunatamente.

Dopo un anno di analisi è arrivato il referto di compatibilità e lo scorso giugno, a Cisanello, Stefano ha passato uno dei suoi reni a Gabriele, che ha potuto così iniziare una nuova vita. L’intervento è stato eseguito da Ugo Boggi, primario del reparto di chirurgia generale e trapianti nell’uremico e nel diabetico della struttura pisana. «Ci ha consigliato il dottor Vincenzo Panichi, direttore del reparto di nefrologia e dialisi del Versilia che ha seguito Gabriele – racconta Stefano – Dopo questa esperienza non posso che consigliare di donare sempre, quando possibile». E ora Gabriele è ripartito, più forte di prima. «Lavora come un pazzo», sorride papà Stefano.

E il ragazzo ha già dei progetti per il futuro: «Tanti e ‘incasinati’ – dice – sto pensando ad un concorso e a una nuova apertura». Perché l’animo da pasticciere ne abbraccia un altro, più imprenditoriale. E non è un caso che i suoi idoli, più che gli Iginio Massari televisivi, siano «dei professionisti che ho visto lavorare, che sono bravissimi e gestiscono strutture con 150, 200 dipendenti. Grandi pasticcieri ma allo stesso tempo grandi imprenditori». In rampa di lancio, con tutta la vitalità dei suoi ‘nuovi’ 23 anni.

DanMan