Bambino ucciso da un'auto, gli psicologi aiutano la madre in lacrime: il dolore degli operatori e delle altre donne

Cordoglio in Consiglio Comunale: un minuto di silenzio / Giovedì l'autopsia / Bambino ucciso da un'auto, l'esame del medico legale: "Una fatalità" / FOTO

I carabinieri impegnati a raccogliere indizi nella zona dell’incidente (foto Umicini)

I carabinieri impegnati a raccogliere indizi nella zona dell’incidente (foto Umicini)

Viareggio, 1 ottobre 2014 - RESTA il silenzio il giorno dopo la tragedia nella casa famiglia di via De Gasperi a Stiava. Resta il silenzioso rispettoso dei vicini di casa, delle altre inquiline della struttura, degli operatori in servizio. Un silenzio rispettoso nei confronti di quel bambino di 18 mesi che ha perso la vita in una situazione drammatica e paradossale, investito e ucciso da un’operatrice della cooperativa Serinper di Massa che gestisce la casa famiglia ‘Sonrisa’ a Stiava dove si è consumata la tragedia. Resta il dolore immane di una madre che in quella struttura aveva cercato di riallacciare i fili di un’esistenza difficile e tormentata e che invece in quella struttura si è imbattuta nel più atroce dei destini: veder morire il proprio figlio senza poter far nulla per salvarlo è una cosa atroce per una madre. Per questo per tutta la giornata di ieri e da quando è successa la disgrazia le stanno vicini gli psicologi della struttura

LA MORTE di un bambino di 18 mesi, sia pure non inserito nel tessuto sociale, ha scosso l’intera comunità massarosese. Lunedì sera il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio. «Generalmente — ha detto il presidente del consiglio comunale Adolfo Del Soldato — tributiamo questo tipo di omaggio alle persone che hanno fatto la storia della nostra comunità. In questo caso siamo a ricordare un bambino che sicuramente non ne ha avuto il tempo, però la sua vita è venuta a mancare in circostanze così drammatiche nel nostro territorio». Ha espresso il suo dolore anche il sindaco Franco Mungai che ha garantito vicinanza alla madre del piccolo «tragicamente morto in una struttura autorizzata da noi». L’assessore ai servizi sociali Simona Barsotti appena informata di quanto accaduto era andata personalmente nella casa famiglia. «Ho parlato con le altre mamme e con gli operatori. E li ho trovati profondamente scossi. Tutti lì dentro — ha detto — vivono una vita in comune, sono una grande famiglia e imparano a conoscersi. Tutti volevano bene a quel bambino, vivace come tutti i piccoli di quell’età. Mi sento vicino al dolore della madre. Questa struttura ospita donne che hanno subito qualcosa e sperano di poter avere una nuova occasione dalla vita. Purtroppo in questo caso questa madre ha trovato qui la disgrazia più grande che le poteva capitare».