Muore in ospedale dopo il parto: "Non c’erano sacche di sangue"

Emorragia fatale a Orvieto, la vittima era madre di tre figli / MUORE DOPO AVER PARTORITO

Il papà, Luca Marchi, e la mamma della piccola Maddalena, Elisa Lardani, morta dopo il parto

Il papà, Luca Marchi, e la mamma della piccola Maddalena, Elisa Lardani, morta dopo il parto

Orvieto, 1 marzo 2015 -  MORIRE di parto nel 2015. Elisa Lardani ha chiuso gli occhi ieri pomeriggio per l’ultima volta , a 38 anni , dopo aver dato alla luc e il suo quartogenito, una bambina che ora si trova ricoverata nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Perugia. La tragedia è avvenuta invece nell’ ospedale di Orvieto, sempre in Umbria. Le complicazioni gravissime, che hanno portato al decesso della donna, sono iniziate prima del parto e proseguite subito dopo . In particolare, Elisa sarebbe rimasta vittima di una grave emorragia interna , forse dovuta a ipertensione. Un’emorragia contro la quale ha combattuto fino al primo pomeriggio di sabato mentre si tentava disperatamente di salvarla , con donazioni di sangue per le quali si è mobilitata anche l’Avis. Nell’ospedale orvietano, infatti, non c’erano sacche di plasma sufficienti e compatibili con il gruppo sanguigno della donna. Un aspetto che andrà chiarito.

I PROBLEMI si sono manifestati già in sala travaglio prima del parto , con un evento che il direttore sanitario del Santa Maria della Stella , Ermete Gallo , definisce , in una nota ufficiale, « del tutto improvviso e imprevedibile » . Il tempestivo intervento dell’equipe sanitaria ha consentito di far nascere in tempi rapidissimi la bambina , che non sarebbe in pericolo di vita . Gli interventi a carattere medico e chirurgico effettuati in assoluta urgenza da più specialisti, sia in sala operatoria che in rianimazione, sembravano aver avuto un effetto positivo. E invece la situazione è precipitata. A nulla sono valse, in fatti , tutte le successive e prolungate cure cui la donna, psicologa in un centro di assistenza alimentare di Todi, è stata sottoposta in Rianimazione nel tentativo di stabilizzare i parametri vitali . L’obiettivo era quello di trasferire Elisa con l’elisoccorso all’ospedale di Siena per tentare un trattamento di plasmaferesi, ultima opzione terapeutica da mettere in campo, anche se con scarse possibilità di successo vista la tipologia e l’entità della patologia in atto. Il trasferimento , però, non è stato possibile, nonostante l’arrivo dell’eliambulanza attrezzata del 118, a causa de lla mancata stabilizzazione delle condizioni cliniche della donna che, al contrario, sono evolute in un rapido peggioramento fino a ll’ arresto cardiaco, risultato fatale nonostante il lungo tentativo di rianimazione nel reparto. L’ultimo saluto a Elisa ci sarà domani alle 15 nel d uomo di Orvieto. S aranno in tanti a stringersi intorno alla sua famiglia e al marito, infermiere nello stesso ospedale dove un’attesa giornata di felicità si è trasformata in tragedia. Il Tribunale del m alato , intanto, solleva dubbi che attendono una risposta precisa.

« SENZA voler attribuire a nessuno responsabilità che sono tutte da verificare – dice il responsabile del servizio , Gianni Mencarelli –. C ’è da chiedersi come sia possibile che un ospedale della rete dell’emergenza e urgenza , come quello di Orvieto, non abbia a disposizione scorte di sangue . O ppure perché la pista d’atterraggio dell’elisoccorso si trovi in mezzo al parcheggio dell’ospedale, per cui è necessario far sgomberare le auto in sosta per consentire all’elicottero di atterrare».