Vicenda Colussi, Landini: "Stop ai licenziamenti"

Presidio dipendenti davanti a Confindustria. In 125 rischiano il posto di lavoro

Manifestazione operai Colussi

Manifestazione operai Colussi

Perugia, 17 ottobre 2017 - «La vostra mentalità non piega la nostra dignità. Il posto di lavoro è un diritto di tutti e va difeso. In mezzo alla strada 125 teste e 125 famiglie»: sono alcuni degli striscioni e delle scritte esposte davanti alla sede di Confindustria Umbria a Perugia dove si tiene un presidio dei lavoratori della Colussi di Petrignano d'Assisi, in occasione dell'incontro tra sindacati e azienda. La dirigenza del gruppo alimentare, infatti, in un precedente incontro sempre presso l'Associazione degli industriali aveva annunciato l'apertura della procedura di licenziamento collettivo per 125 lavoratori. A fianco dei dipendenti della Colussi, le segreterie nazionali di Fai Flai e Uila oltre al coordinamento delle Rsu del gruppo. «Chiediamo all'azienda di ridiscutere con noi un piano aziendale, il licenziamento del 25% della forza produttiva è inaccettabile» hanno sottolineato i rappresentanti sindacali. Presente con i lavoratori anche Maurizio Landini. 

 «La mobilitazione di oggi è un messaggio molto preciso all'azienda che non può da un lato annunciare investimenti e dall'altro dei licenziamenti»: a sottolinearlo è stato il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini, intervenuto al presidio dei lavoratori della Colussi davanti alla sede di Confindustria Umbria. Per il sindacalista il gruppo «si deve fermare e fare un passo indietro, sospendere la procedura ed aprire una discussione vera». «Un gruppo che vuole investire, come sta annunciando, tanti milioni di euro - ha sottolineato Landini - deve investire anche sui lavoratori. Se si vuole investire anche con loro bisogna ridiscutere di come riorganizzare il Gruppo e di come ridare una prospettiva vera». Per questo motivo, ha detto Landini, «sarebbe un atto di responsabilità e saggezza che oggi il Gruppo di fronte alla mobilitazione dei lavoratori si fermasse e aprisse un percorso per una trattativa vera sulla politica industriale, sull'investimento e sul lavoro».