Giovanni Simeone, attaccante del Genoa
Firenze, 12 giugno 2017 - Ventidue anni fra meno di un mese, tredici gol nella sua prima stagione italiana, la garra ereditata dal padre Diego e l’opportunismo in area clonato chissà come da Pippo Inzaghi: il dopo-Pavoletti nel Genoa può diventare anche il dopo-Kalinic nella Fiorentina, non è più un segreto che Corvino abbia chiesto informazioni al Genoa su Giovanni Pablo Simeone, proprio il figlio di, che con un altro figlio di (Chiesa) potrebbe formare il reparto offensivo della prossima stagione viola.
Grande opportunismo prima di tutto, velocità negli spazi stretti, l’ossessione molto inzaghiana di vivere border line fra la posizione regolare e l’off side con un repertorio completo in area di rigore: un gol di sinistro, due di testa quasi nell’area piccola, un destro da media distanza, un rigore e il resto dei gol segnati da posizione ravvinata sfruttando il talento di farsi trovare al posto giusto. Mica poco. El Cholito è un crotalo alto un metro e settantacinque, preferisce di gran lunga il piede destro al sinistro, ma la tecnica complessiva è buona. Se la cava cioè in tutte le situazioni con un repertorio vario, il kit della sopravvivenza laddove la mancanza di spazio costruinge a prendere decisioni in tempi istantanei.
Dodidi gol in campionato, uno in coppa Italia. Resta in mente soprattutto la grande partita contro la Juve, sconfitta a Marassi per 3-1 grazie alle due reti segnate dal Cholito a Buffon in appena 13 minuti: primo gol da serpentello d’area, seconda rete di testa sfruttando il cross di Lazovic dopo aver rubato il tempo a Benatia. Esercizio di tempismo compiuto al limite dell’area piccola. La Fiorentina punta forte su Simeone junior immaginandosi di dover investire fra i 15 e i 20 milioni. Tanti, ma forse non troppi per un centravanti nato nel 1995 che ha addosso la filosofia del cholismo: calcio feroce finalizzato al risultato.