Aule fredde, scuole bocciate

Il commento

Cristina Lorenzi

Cristina Lorenzi

Toscana, 26 novembre 2015 - Scuola, un granducato di disastri. Da Lucca alla Lunigiana, a Pisa i più piccini sono state le «prime vittime» della morsa del freddo. Seppure in ritardo, quest’anno il gelo si è fatto sentire e ha picchiato duro soprattutto nelle aule dei bambini, non attrezzate per la stagione invernale.

Così proteste a non finire di genitori infuriati costretti a vestire i bimbi come per una scalata in montagna. Ad Aulla, dove gli scolari sono ancora costretti nei container metallici a causa dell’alluvione degli anni scorsi, le temperature sono da polo nord.

Idem in alcune scuole di Lucca e Pisa che, seppure in muratura, hanno dimostrato tutta l’inadeguatezza di strutture vacillanti. E sempre di edifici non conformi e pericolanti si tratta a Carrara dove un intero liceo scientifico, a causa della fatiscenza dei locali, ha costretto quasi 500 studenti al trasferimento.

Parte sono stati convogliati in quella che dovrebbe diventare la casa della salute di una città che ha visto sparire il suo ospedale, confluito in un nosocomio unico interprovinciale, mentre l’altra metà è finita nella sede dell’itis che, a sua volta, ha dovuto sacrificare i suoi laboratori e le sue strutture didattiche che erano il fiore all’occhiello dell’istituto tecnico. Anche qui proteste dei genitori e studenti sul piede di guerra che altro modo non hanno avuto che inscenare un’assemblea permanente per far valere i propri diritti.

Si parla di diritto allo studio, sacrosanto sopratutto in un Paese e in un periodo in cui la cultura, la conoscenza e la formazione dovrebbero essere la chiave di volta di problemi internazionali e di difficile soluzione. Il consueto pasticciaccio all’italiana, dove si parla di buona scuola, ci si dà un gran da fare per la formazione delle coscienze, ma non si riesce nemmeno a garantire il caldo necessario a un popolo che vuole essere civile.