Profughi impiegati a nero nei campi, maxiblitz della polizia / VIDEO

Manodopera a nero impiegata in agricoltura, anche minacce per convincerli ad andare a lavorare. Indagati tre commercialisti pratesi. E' stato il Santa Rita ad accorgersi del fenomeno

Caporalato, il blitz della polizia (foto Attalmi)

Caporalato, il blitz della polizia (foto Attalmi)

Prato, 10 maggio 2016 - Decine di perquisizioni sono in corso da stamani in Toscana per un'inchiesta della procura di Prato sullo sfruttamento della manodopera clandestina, in particolare per l'impiego di stranieri in agricoltura. In corso di esecuzione anche misure cautelari emesse dal gip.

Le indagini sono condotte dalla Digos di Prato in collaborazione con Polizia stradale di Prato, nucleo di polizia tributaria della Gdf e Corpo Forestale. 

L'indagine è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Nicolosi e dal sostituto procuratore Antonio Sangermano. Sono trenta le perquisizioni eseguite a carico di pakistani, italiani e aziende agricole del Chianti. In tutto sono stati consegnati dodici avvisi di garanzia. Indagati anche tre commercialisti pratesi.

Secondo l'accusa, gli indagati avevano realizzato un'associazione a delinquere dedita al reclutamento di extracomunitari, soprattutto profughi, da impiegare a nero nei campi, nelle vigne e per la raccolta delle olive. In particolare, i pakistani avrebbero materialmente reclutato i profughi (anche con intimidazione o minacce), mentre gli italiani, compresi alcuni professionisti, avrebbero invece fornito documenti falsi per aggirare le leggi sull'immigrazione.

È stata la Fondazione Opera Santa Rita ad accorgersi dello sfruttamento di alcuni richiedenti asilo ospitati nella ex scuola Santa Caterina. I due migranti che hanno fatto partire la denuncia contro gli sfruttatori e il caporalato, come emerso dalla conferenza stampa convocata nella mattina di oggi in Procura, sono stati accompagnati in Questura dagli operatori del Santa Rita. I fatti e l’iniziativa per porre immediatamente fine a questa incresciosa situazione, risalgono al mese di settembre dello scorso anno.

"Un giorno nella nostra struttura in Santa Caterina, al momento del pranzo mancavano contemporaneamente una quarantina di ospiti – spiega Nicoletta Ulivi, coordinatrice dell’emergenza profughi dell’Opera Santa Rita – e così i nostri operatori mi hanno immediatamente avvertito. Le persone mancanti all’appello sono tornate a sera molto stanche, affamate e sporche di terra. La stessa situazione si è ripetuta il giorno seguente. Così – continua Ulivi – abbiamo subito convocato una riunione d’emergenza con tutti i richiedenti asilo e i mediatori per farci spiegare cosa stesse succedendo".

Naturalmente la coordinatrice aveva già capito di trovarsi davanti a una condizione di sfruttamento lavorativo, "tanto che – aggiunge – ho detto molto chiaramente ai ragazzi di essere molto stupita del fatto che proprio loro, persone scappate da luoghi di oppressione e sfruttamento, si fossero fatti coinvolgere in questa situazione".

La riunione è terminata con l’invito ad aprirsi e a chiedere aiuto per far cessare quanto stava avvenendo. "A quel punto due giovani ospiti sono entrati nel mio ufficio e mi hanno raccontato tutto, comprese le minacce e le violenze subite", afferma Nicoletta Ulivi. Immediatamente Prefettura e Digos sono stati avvisati dell’accaduto e qualche giorno dopo i due coraggiosi richiedenti asilo sono stati accompagnati in Questura per depositare una denuncia. A quel punto sono scattate le indagini della polizia supportate dalla attiva collaborazione dei due ospiti e dell’Opera Santa Rita. "Vogliamo congratularci con la Procura e le Forze dell’ordine per il lavoro svolto – afferma Renza Sanesi Presidente della Coopertiva 22 che per conto del Santa Rita svolge l'accoglienza dei profughi. Attraverso questa indagine sono riusciti a fermare un sistema crudele che faceva leva sul bisogno e sulle aspettative di coloro che provengono da situazioni di estrema sofferenza e povertà. Intendiamo il nostro lavoro come un servizio a favore della nostra Città e delle istituzioni e siamo soddisfatti che da questa collaborazione siamo riusciti anche in questo caso a smascherare un fenomeno indegno".