Match tolto dalle quote scommesse: «Ci dissero che era stato un errore»

Ponte a Egola incredula. Dolfi: «Chiamarci in causa? Pagliacciata»

Il gol nella finale d’andata dei playout

Il gol nella finale d’andata dei playout

Ponte a Egola 21/07/17- Incredulità, stupore, sbigottimento. Ma anche certezza di essere totalmente estranei. Sono questi gli umori che emergono dai commenti di chi quel pomeriggio del 28 maggio scorso ricopriva cariche ufficiali nel Tuttocuoio. Andrea Dolfi, presidente fino a pochi giorni fa, è negli Stati Uniti per lavoro ma risponde così dall’altro capo del telefono: «Io sono tranquillo e sereno. Di questa vicenda non mi interessa nulla perché sono estraneo al cento per cento.

Tirare in ballo il nome del Tuttocuoio è una pagliacciata: mi sento offeso e preso in giro, Sopratutto dopo tutto quello che ho fatto, tirando fuori tanti bei soldi». E proprio la questione economica è per l’ex presidente e attuale socio del club neroverde l’appoggio che lo spinge a individuare il «colpevole» del verificarsi di queste situazioni. «La colpa è della Lega – va giù duro Dolfi – perché i soldi a disposizione sono pochi, la gente deve fare i salti mortali e alla fine fa queste cavolate.

Ma se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi». La possibilità che in caso di accertato illecito il Prato possa venir retrocesso all’ultimo posto in classifica salvando così il Tuttocuoio retrocesso dopo quel match al Lungobisenzio, non lo interessa più: «Io ho ceduto la squadra, per cui bisogna parlare con la nuova presidentessa, Paola Coia. Ma alla luce di quello che sta accadendo sono sempre più convinto di aver fatto la mossa giusta a cedere la società».

Il direttore sportivo, anche lui ormai ex, Umberto Aringhieri pur mostrandosi sorpreso da tanto clamore riferisce di un curioso episodio: «La mattina della partita di Prato ricevetti una telefonata da un mio amico che mi diceva che la partita Prato-Tuttocuoio era stata tolta dalle quote scommesse. L’amministratore delegato Daniele Donati telefonò a Gravina per chiedere spiegazioni ma il presidente lo rassicurò dicendogli non c’era da preoccuparsi perché era stato soltanto un errore...».

«Per il resto – conclude Aringhieri – non avevo avvertito nessun sensazione che potesse causare tutto questo». In panchina quel giorno sedeva Alessio Di Petrillo, altro ex, che però preferisce non commentare più di tanto: «Che devo dire? Che sono meravigliato e che mi auguro venga fatta chiarezza». Poche parole anche dall’attuale presidentessa del Tuttocuoio, Paola Coia: «Sto cercando di capire bene i contorni della vicenda per cui preferisco non parlare. Se sarà necessario mi attiverò per tutelare il Tuttocuoio».