Caos Pisa, Dana conferma l’offerta del Fondo. Ma da Roma rispunta anche Italpol

Giocatori pronti a rinunciare al premio promozione per favorire Dubai

IMPRENDITORE Giulio Gravina è il patron della Italpol ed ex cognato di Petroni

IMPRENDITORE Giulio Gravina è il patron della Italpol ed ex cognato di Petroni

Pisa, 27 agosto 2016 - «NON SONO autorizzato a parlare». Lo ripete almeno tre o quattro volte in un paio di minuti. Inutile domandare, è sempre la stessa la risposta dell’avvocato Guido Cecinelli, il legale che per conto della famiglia Petroni sta seguendo le trattative per la cessione del Pisa. Il plurale non è una svista, né un errore di battitura: è certo, infatti, che in questo momento la «Britaly Post» non sta valutando solo l’offerta arrivatagli dal fondo di Dubai rappresentato da Pablo Dana, ma sta ancora tenendo un canale aperto con la «Italpol» di Giulio Gravina, fratello della prima moglie di «Petroni senior» e, dunque, zio del giovanissimo Lorenzo Petroni che, proprio ieri, è diventato amministratore unico del club nerazzurro. Le opzioni in gioco, insomma, sono due e probabilmente lo sono sempre state: da una parte c’è il fondo internazionale, che significa il ritorno di Gattuso in panchina e soprattutto l’addio definitivo alla città dei cosiddetti «romani»; dall’altra l’accordo in famiglia dei Petroni.

BENINTESO, ad ora l’unica offerta reale è quella di Pablo Dana che ha messo sul piatto 6milioni e 380mila per acquistare il Pisa. La proposta, infatti, non solo è ancora in piedi («Cari tifosi del Pisa la nostra offerta rimane valida finché il vostro sindaco insieme al presidente Abodi lo riterranno necessario» ha twittato ieri il banchiere italo-svizzero confermando l’intervista a La Nazione di due giorni fa) ma è stata pure arricchita, è notizia di ieri, dalla disponibilità dei giocatori a rinunciare anche al premio per la promozione in B, mai effettivamente pagato dalla società, effettuando una cessione di credito al fondo di Dubai sulla falsariga di quella già effettuata da Lucchesi. Da parte di Gravina, invece, per il momento ci sarebbe «solo» un forte interessamento, probabilmente sollecitato anche dalla famiglia Petroni. Che, però, potrebbe tramutarsi in una vera e propria offerta d’acquisto nelle prossime ore. Anzi, secondo alcuni sarebbe addirittura imminente un incontro fra lo stesso Gravina e «Petroni junior» che sancirebbe l’intesa. Ma, ammesso e non concesso che si vada davvero in tale direzione, di che accordo si tratta? Le certezze al riguardo sono tre: per quel che riguarda le cariche societarie, la poltrona di presidente sarà nuovamente proposta all’agente di calciatori Marco Calleri. Che, ecco la seconda sicurezza, dovrà immediatamente confrontarsi con la fortissima opposizione di città e tifoseria dato vedrebbero nei nuovi vertici del club una sostanziale continuità con la gestione di Fabio Petroni. Terza certezza: l’addio definitivo di Rino Gattuso.

CE N’E’ PIÙ che abbastanza, insomma, per far ribadire al sindaco Filippeschi la necessità di «una discontinuità nella gestione della società e la continuità nella gestione sportiva». Eppure i desiderata dei «romani» sembrano andare in direzione diametralmente opposta alla volontà della città. Ma quando è disponibile a mettere sul piatto la «Italpol»? Alcune indiscrezioni parlano di circa tre milioni di euro per il 51%. A cui, però, andrebbero a sommarsi crediti di entità sconosciuta ma significativa che Gravina vanterebbe nei confronti di Petroni. E che farebbero crescere significativamente il valore dell’operazione. Non è chiaro neppure se, in quest’ultima ipotesi, la famiglia Petroni uscirebbe completamente di scena o manterrebbe un qualche ruolo. Magari come socio di minoranza o sotto forma di qualche incarico societario.